Riassunto analitico
In questo lavoro di tesi si analizzano due prospettive differenti riguardo al rapporto uomo-tecnica in età contemporanea: quella del movimento transumanista e del filosofo Günther Anders. Nel primo capitolo si ripercorrono alcuni momenti chiave che, dal mondo greco antico a oggi, hanno segnato lo sviluppo del rapporto dell’uomo con la tecnica. In particolare, ci si avvale della figura mitologica di Prometeo come guida, analizzando per ogni momento storico preso in considerazione un’opera letteraria in cui è protagonista e riflette la concezione dell’agire tecnico di quel periodo. Dall’homo sapiens si arriva così all’homo creator, che vuole potenziarsi agendo su di sé trattandosi come homo materia: sorge il dubbio se ciò sancisca il trionfo dell’umanità che si emancipa dalla natura o l’auto-degradazione del genere umano. Il secondo capitolo si occupa dello studio del movimento transumanista in quanto massimo esponente dello slancio prometeico dell’homo creator. Dopo averne delineato la genesi storica e i debiti intellettuali, si espongono alcuni concetti chiave delle sue basi filosofico-antropologiche volti a favorire lo human enhancement e l’avvento della postumanità. Alla fine di questa sezione si presenta un campo particolare del Transumanesimo, ossia l’ibridazione uomo-macchina, insieme ad alcuni progetti e idee a esso associati. Nel terzo capitolo, la prospettiva transumanista è criticata attraverso il pensiero filosofico di Günther Anders. Lo slancio prometeico dell’homo creator viene decostruito grazie a concetti come quello di 'vergogna prometeica' e 'dislivello prometeico', rivelando come la tecnica sia oggi il vero soggetto della storia. Di fronte a essa l’uomo si sente antiquato, ma cercando di rendersi simile ai suoi prodotti e di compiacerne il volere sta rischiando di perdere la propria libertà, il senso di responsabilità morale e di auto-distruggersi. Occorre dunque espandere le facoltà dell’immaginazione e del sentimento per rimandare l’avvento di un’Apocalisse innescata dall’umanità stessa. Nella conclusione si ipotizza la possibilità di un dialogo tra la due posizioni, inoltre si suggerisce l’impossibilità per i transumanisti di poter reclamare una reale vittoria sulla natura.
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Abstract
The present thesis aims to analyse the transhumanist movement, its core philosophical and antrophological principles and how they can be called into question by the philosophy of Günther Anders and his critical theory of technology. It is divided into three chapters.
The first section provides a description of how the relationship between mankind and technology has developed over the centuries with a special focus on the character of Prometheus and some literary works featuring him. The question arising is whether the contemporary homo creator, who treats himself as raw material, is actually defeating nature and enhancing himself or causing its own self-destruction.
The second chapter is dedicated to the transhumanist movement as the main embodiment of the homo creator’s Promethean attitude. It describes its historical and intellectual roots as well as its mission and some basic principles which aim to foster the human enhancement and the rising of a posthuman species. Finally, it provides a focus on some projects and ideas regarding the transhumanist field of the human-machine hybridisation.
The third chapter proposes a critical analysis of Transhumanism in the light of Günther Anders' philosophical and anthropological investigations of the technological world. His concepts of 'Promethean shame' and 'Promethean discrepancy' upset the homo creator’s pride, showing that technology is now the actual subject of history. Humans feel obsolete in front of their technological products; this is why they want to become like them and meet their needs. In doing so, they are running the risk of losing their freedom, their sense of moral responsibility and wiping out the human race. The chapter ends with Anders' suggestion to regain control over technology and save mankind from self-destruction by expanding the human capabilities to imagine and feel.
The conclusion suggests that the two perspectives may find room for discussion, as both call everybody’s attention to the need for action, but also that it is highly unlikely that transhumanists could claim an actual victory over nature.
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