Riassunto analitico
Il seguente progetto di tesi consiste nella caratterizzazione e mappatura di associazioni di facies deposizionali, affioranti in un’area di circa 500 Km2, corrispondente al settore emiliano del foglio 184 “Mirandola” della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 . A tal scopo sono stati analizzati più di duemila dati pedologici (analisi granulometriche su campioni prelevati con trivellate manuali) e stratigrafici (trincee di scavo, sondaggi a carotaggio continuo e prove penetrometriche). Sulla base di granulometria, tendenza granulometrica, spessore, contatto basale e materiali accessori (resti vegetali, torba, concrezioni carbonatiche), sono state distinte due associazioni di facies. L’associazione di facies di canale, argine e rotta fluviale (AF1) è composta da tre facies deposizionali: facies di canale (AF1-A) costituita da depositi sabbiosi spessi fino a 13 m, con tendenza granulometrica fining upward e valori di resistenza alla punta (qc) compresi tra 4 e 20 MPa; facies di argine (AF1-B) caratterizzata da alternanze sabbia-fango con spessore di circa 6 m e profilo della qc a dente di sega; facies di rotta fluviale (AF1-C) con depositi sabbioso-limosi e limoso-sabbiosi e tendenza granulometrica fining upward nel caso di canale di rotta, o coarsening upward se si tratta di una ventaglio di rotta; i valori di qc variano tra 2 e 5 MPa L’associazione di facies di piana inondabile e palude (AF2) è composta da due facies deposizionali: la facies di piana inondabile (AF2-A) presenta sedimenti argilloso-limosi e limoso-argillosi pedogenizzati, con qc < 4 MPa e fs compresa tra 50 e 150 kPa; la facies di palude (AF2-B) è composta da argilla limosa con abbondanti resti vegetali non decomposti; qui i valori di qc e fs sono rispettivamente inferiori a 1 MPa e 50 KPa. Nell’area in esame sono state distinte due unità su base archeologica: il Subsintema di Ravenna (AES8), costituito da depositi alluvionali olocenici affioranti nel settore NE del foglio e in una piccola area a sud, e la sua sottounità Unità di Modena (AES8a), costituita da depositi post-romani, affioranti nel settore sud-occidentale e sud-orientale dell’area. Il subsintema di Ravenna, è caratterizzato da prevalenti depositi di AF2 con subordinati corpi nastriformi di AF1 con andamento meandriforme (Paleoalveo dei Barchessoni), o sinuoso (tra questi uno è associato al Dosso del Gavello e l’altro allungato in direzione N-S sembra connettersi verso sud con il Fiume Panaro). Nell’Unità di Modena invece, prevalgono i depositi appartenenti ad AF1, rappresentati da corpi a forma ramificata e pattern prevalentemente distributivo, come l’imponente ventaglio di rotta che si diparte dal Fiume Secchia a sud ovest, ed in minore misura da depositi ascrivibili ai Fiumi Panaro e Reno a sud est. Dal confronto con la letteratura esistente emerge che la maggior parte dei depositi affioranti nell’area di studio sono di provenienza appenninica ad eccezione del Paleoalveo dei Barchessoni che è un ramo del Fiume Po attivo durante l’Età del Ferro; il Dosso del Gavello ed il corpo a sud del Foglio sono stati verosimilmente attivi in età romana. Il grande ventaglio di rotta connesso al Fiume Secchia, è stato depositato tra l’800 e il 1100 d.C., mentre i depositi a SE del Fiume Panaro, fanno parte di un ventaglio di rotta del Fiume Reno, depositato dopo il 1200 d.C.. Il Panaro, invece, compare nell’area di studio nel XIV secolo e va ad occupare la zona depressa compresa tra i depositi del Secchia e quelli del Reno. I depositi affioranti di AES8 si accumulano in una fase di relativa stabilità geomorfologica, caratterizzata da un clima caldo e da una situazione socio-politica stabile. I depositi di AF1 di AES8a testimoniano di una fase caratterizzata da elevata instabilità geomorfologica che coincide con un aumento generalizzato delle precipitazioni ed una generale instabilità socio-politica.
|