Riassunto analitico
La diversità viene definita come la condizione di qualcuno diverso, ossia volto in altra direzione, quindi anche alieno, lontano, non uguale né simile. Il diverso è colui che si sente solo, smarrito, non compreso, come perennemente in esilio, lontano dalla sua patria ma non disposto a dimenticarla, non disposto a uniformarsi rinunciando alle caratteristiche che lo rendono unico. Quando questa unicità trova espressione, la diversità crea i sui linguaggi. Quando l’individuo riesce a trovare strumenti quali la scrittura, la pittura o altro, e a renderli propri, riesce ad esprimere la parte più profonda di sé, autentica e inesplorata che inizialmente non viene compresa dalla società del tempo, ma apprezzata e presa in considerazione solo a posteriori. In questo elaborato andremo ad analizzare alcuni personaggi (come: Azar Nafisi, Vladimir Nabokov, Vincent Van Gogh, Dino Campana, Sibilla Aleramo e Patrick Chamoiseau) che hanno espresso attraverso i loro peculiari linguaggi la condizione di diversi e di esiliati utilizzando la parola e l’immagine. Si è inoltre provato a concretizzare i concetti di diversità e di esilio, analizzati nel lavoro soprattutto da un punto di vista letterario, somministrando a un gruppo di ragazzi adolescenti dagli 11 ai 15 anni, di 2 centri aggregativi pomeridiani, un questionario in cui vengono proposte immagini e parole, per indagare la loro capacità e la loro necessità di esprimere la loro sensazione di diversità e di esilio che sperimentano nel loro contesto di vita.
|