Riassunto analitico
In questo elaborato viene descritta l’antropologia fenomenologica (denominata anche ‘antropoanalisi’ o Daseinsanalyse), dottrina ideata dallo psichiatra e filosofo Ludwig Binswanger, in risposta alle teorie psichiatriche che avevano la pretesa di oggettivare la malattia mentale in un’ottica nosografica. Tali teorie, però, hanno determinato un allontanamento dalla comprensione del vero protagonista dell’indagine psichiatrica: l’Uomo. L’elaborato si apre ricostruendo brevemente la storia della psichiatria clinica, partendo dai cardini del trattamento morale pineliano, che costituisce una pre-fenomenologia; vengono poi presentate le teorie nosografiche e anatomopatologiche di Griesinger, Kraepelin e Bleuler, da cui nasce il lemma ‘schizofrenia’. È introdotta la teorizzazione di homo natura di Sigmund Freud, che risulta però lontana dalla Daseinsanalyse, e la pratica psicoanalitica, che invece avvicina il paziente al medico psichiatra. È quindi spiegata l’origine concettuale della Daseinsanalyse, che ritrova le proprie radici filosofiche in Husserl e Heidegger, prendendo le mosse dai concetti di ‘essenze’, ‘fenomeni’ e ‘trascendenza’. Si proseguirà analizzando in termini antropoanalitici la storia clinica e personale di una paziente di Binswanger: Ellen West. Attraverso l’analisi e le riflessioni dello psichiatra si cercherà di illustrare l’interpretazione daseinsanalitica della ‘presenza’ della donna. Si presenteranno anche le aporie e le contraddizioni che si possono osservare nella Daseinsanalyse, riscontrabili a livello teorico e metodologico, a causa delle quali può essere interpretata come una mera ‘visione’ o una ‘dottrina’: l’antropoanalisi rifiuta, infatti, ogni tentativo di interpretare in termini scientifici o classificatori la malattia mentale.
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