Riassunto analitico
L’ emoglobina glicata (HbA1c) rappresenta un biomarcatore di controllo glicemico a lungo termine fondamentale per la diagnosi e il monitoraggio del diabete mellito. Attualmente, nel laboratorio CoreLab dell’ospedale Civile di Baggiovara (OCB) HbA1c viene misurata con metodo HPLC, ma è stato scelto di verificare le prestazioni analitiche di un metodo alternativo in elettroforesi capillare (CE). Tale studio ha quindi l’obiettivo di effettuare un confronto tra due metodi a principio analitico differente per la misura dell’HbA1c: cromatografia a scambio ionico HPLC (metodo in uso nel laboratorio) ed elettroforesi capillare (metodo di prova). La ricerca si propone di focalizzare il confronto sull’accuratezza della misura di HbA1c e la specificità, in particolare in relazione alle possibili interferenze da varianti dell’emoglobina. Per lo studio sono stati inclusi campioni di sangue intero con richiesta di misurazione di HbA1c per diagnosi o follow up di patologia diabetica, selezionati tra quelli accettati in laboratorio nel luglio 2022. Ogni campione è stato analizzato prima con strumento HPLC e successivamente con metodo alternativo in CE. La popolazione studiata era composta da 547 campioni (età: 12-97 anni), di cui 293 maschi e 254 femmine. Per quanto riguarda la comparabilità tra i metodi, lo strumento in CE ha mostrato un errore sistematico proporzionale negativo rispetto a quello in HPLC, con risultati mediamente inferiori di 0,99 mmol/mol rispetto a quelli forniti dall’HPLC. Il bias stimato con i nostri dati, calcolato al limite decisionale per la diagnosi di diabete mellito (48 mmol/mol), è risultato clinicamente accettabile se confrontato con l’errore sistematico minimo ricavato dalla variabilità biologica dell’analita (2,5% vs 2,7%). Per quanto riguarda la specificità delle metodiche, i nostri dati riportano un’ottima concordanza tra i due sistemi nell’identificazione di varianti emoglobiniche. In particolare, per tutti i 13 casi di eterozigosi per varianti della catena beta globinica riscontrati, sia il metodo HPLC che CE identificavano il tracciato come atipico, fornendo la concentrazione di HbA1c, che risulta refertabile in questi casi. Allo stesso modo, in altri 3 casi caratterizzati da omozigosi o eterozigosi composta, CE si è dimostrato concorde con HPLC non riportando un risultato refertabile. Alcune discrepanze nell’identificazione di tracciati anomali sono state riscontrate in altri casi: tra questi, in due casi era presente un’interferenza su HPLC (che forniva un dato sovrastimato e/o fuorviante) non presente su CE. In conclusione, il metodo CE ha fornito risultati clinicamente comparabili a quelli forniti dal metodo HPLC dimostrando un’ottima concordanza nell’identificazione delle varianti emoglobiniche. Inoltre, garantendo una completa separazione di HbA1c dalle altre frazioni, ha consentito di refertare un dato più accurato rispetto a quello del metodo in uso in due casi che presentavano interferenze. Questo aspetto risulta di fondamentale importanza, soprattutto per la determinazione di HbA1c in pazienti diabetici e prediabetici con emoglobinopatie, condizione sempre più frequente nel nostro paese a causa dei flussi migratori.
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