Riassunto analitico
La parola origami è di origine giapponese ed è composta da Ori(piegare) e Kami (carta). Con questa parola si indica sia quella tecnica manuale giapponese di piegare la carta sia l'oggetto ultimato che può rappresentare figure bi o tridimensionali. Il formato di carta generalmente usato è il quadrato e non è previsto l’uso delle forbici e della colla. Questa tecnica porta naturalmente in sé dei concetti matematici; per esempio, ogni piega lascia come traccia un segmento (retta se pensata su un foglio infinito) e dopo poche pieghe si formano figure geometriche. La teoria matematica degli origami, nota anche col nome di Teoria Geometrica degli origami ha interessato un numero sempre crescente di studiosi, non solo tra i matematici, attirati dai diversi aspetti del loro utilizzo, che va dallo studio puramente astratto e teorico alle applicazioni nel campo dell'arte, del design, della moda, della tecnologia senza dimenticare la loro potenzialità come strumento didattico Per questo motivo, nel primo capitolo della tesi si ripercorrerà brevemente la storia dell’arte degli origami e il legame che essi hanno con la matematica. Inoltre, si introdurranno le pieghe e le forme basi più famose per poter realizzare un modello origami. Nel secondo capitolo si illustrerà la Teoria Geometrica degli Origami, presentando e commentando i sette assiomi di Huzita-Hatori, i quali fissano le operazioni base realizzabili in questa geometria. Inoltre, si vedrà come teoria appare in applicazioni tecnologiche appartenenti a diversi settori professionali. Successivamente, nel terzo capitolo si presenteranno dapprima gli origami come un metodo didattico alternativo ed inclusivo. Il loro uso può migliorare non solo alcune competenze trasversali, ma anche la condivisione e l'inclusione. Inoltre, il loro utilizzo può essere considerato una metodologia didattica che permette agli alunni di affrontare lo studio della matematica e, in particolare, della geometria in modo più piacevole e originale. Questo strumento è, dunque, adatto a una didattica inclusiva e innovativa, che riprende i concetti del "visual learning" (apprendimento visivo), del "learning by doing" (imparare facendo) e del "cooperative learning" (apprendimento cooperativo). Infine, si esporrà il fulcro della tesi, ovvero saranno proposte e descritte due possibili lezioni trattabili attraverso secondaria di secondo grado). Per ogni lezione si è dettagliata la classe a cui è rivolta, il tempo medio necessario per svolgerla, il materiale da utilizzare, gli obiettivi matematici, gli obiettivi trasversali, spunti per attività interdisciplinari, e le metodologie usate. La prima di ogni coppia di lezioni è spiegata nel dettaglio, mentre nella seconda si fornisce una solida traccia con idee di sviluppi e di applicazioni in aula.
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