Riassunto analitico
La vitamina E è costituita da una famiglia di otto omologhi che vengono sintetizzati dalle piante a partire dall'acido omogentisico; include quattro tocoferoli e quattro tocotrienoli, suddivisi nelle forme α, β, γ e δ in base alla sostituzione metilica nell’anello aromatico. L'α-tocoferolo è la forma predominante nei tessuti e, attualmente, la più estesamente studiata. Studi recenti sul meccanismo d’azione indicano che γ-tocoferolo, δ-tocoferolo e γ-tocotrienolo, oltre a influenzare la funzione immunitaria, la segnalazione cellulare e l’abbassamento del colesterolo, hanno proprietà antiossidanti e antinfiammatorie uniche che sono superiori a quelle dell’α-tocoferolo nella prevenzione e terapia contro le malattie croniche. Queste forme di vitamina E sono scavenger per le specie reattive dell’azoto, inibiscono la biosintesi di eicosanoidi catalizzata da ciclossigenasi e 5-lipossigenasi e sopprimono la segnalazione proinfiammatoria e sono pertanto molto studiate per quanto riguarda il metabolismo, i meccanismi, gli effetti antinfiammatori e l’efficacia in modelli preclinici e in studi clinici di intervento sull’uomo. Molte attività biologiche descritte in letteratura per la vitamina E offrono un fondamento teorico per un suo impiego con un effetto benefico per il trattamento dell’Alzheimer, malattia neurodegenerativa progressiva caratterizzata da sintomi clinici e cambiamenti biologici nel cervello. I sintomi clinici caratteristici dell’Alzheimer includono demenza progressiva con compromissione della memoria episodica, mentre i cambiamenti biologici riguardano la presenza di grovigli neurofibrillari, placche senili, deposizione di amiloide e perdita sinaptica nel cervello. La mancanza di una chiara comprensione del meccanismo molecolare alla base dell’Alzheimer e di trattamenti efficaci rende necessarie indagini più approfondite su questa malattia debilitante con approcci innovativi. È stata dimostrata la presenza di concentrazioni ematiche di vitamina E ridotte in individui con Alzheimer e associate a un rischio aumentato di sviluppare la patologia. L'assunzione, quindi, di vitamina E principalmente da fonti alimentari potrebbe limitare o ridurre la velocità di progressione della malattia. Studi preclinici hanno mostrato che i tocotrienoli in particolare potrebbero contrastare molti aspetti della malattia di Alzheimer, come lo stress ossidativo, la disfunzione mitocondriale e la sintesi alterata del colesterolo. Tuttavia, studi randomizzati hanno trovato prove limitate e discordanti per l’integrazione di vitamina E come intervento clinico efficace. Pertanto, nonostante una forte base logica a sostegno di un ruolo benefico della vitamina E per la prevenzione dell'Alzheimer, le prove attuali rendono necessari ancora ulteriori studi. Diversi fattori potrebbero in parte spiegare questa discrepanza e rappresentare le difficoltà di tradurre complesse prove di laboratorio e interazioni nella dieta in interventi clinici. Anche i limiti di progettazione metodologica degli studi randomizzati esistenti e la restrizione dell’integrazione a una singola isoforma di vitamina E potrebbero limitare l'influenza dell'effetto sull’uomo. Inoltre, diversi fattori influenzano la risposta individuale all'assunzione di vitamina E e recenti scoperte suggeriscono che una variazione nell'architettura genetica sottostante riduca la biodisponibilità e l'attività biologica della vitamina E, il che presumibilmente contribuisce alla variazione della risposta clinica e al fallimento degli studi randomizzati fino a oggi. Sono quindi auspicabili ulteriori studi clinici attentamente progettati per avvalorare la potenziale efficacia dei tocoferoli e tocotrienoli come intervento contro l’Alzheimer.
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