Riassunto analitico
Il concetto di "qualità" è alla base della sicurezza alimentare e delle certificazioni volontarie. I consumatori mostrano una grande attenzione su questo tema e una propensione sempre più marcata nell’effettuare scelte in presenza di quante più informazioni possibili, in modo tale da restringere il margine di incertezza sulla qualità dei prodotti acquistati. Considerato questo, si comprende l’importanza sempre maggiore che rivestono i sistemi di controllo e di garanzia, inclusi i marchi. Questi accorgimenti hanno lo scopo di costruire una reputazione e un rapporto di fiducia, fondamentale per l’apprezzamento e la valorizzazione della qualità.
Di conseguenza, le aziende che ambiscono a soddisfare sempre più a pieno le aspettative e le richieste dei consumatori, garantendo una certa qualità dei propri prodotti, possono quindi intraprendere un percorso di certificazione volontaria. Tali attestazioni sono numerose e molto varie per quanto riguarda i circuiti che provvedono a riconoscerle. Alcune, come le DOP e le IGP, sono accertate a livello europeo e appositamente pensate per valorizzare la filiera agroalimentare, i relativi prodotti e tutto il comparto direttamente coinvolto in essa.
Per quanto riguarda la realtà nazionale italiana, invece, i sistemi di qualità per il riconoscimento di prodotti tipici arrivano a coinvolgere persino i Comuni: sono le amministrazioni stesse che possono procedere con opportune delibere in tal senso. Dal 2001, infatti, gli enti locali italiani hanno la possibilità di creare il proprio marchio De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine). Questa denominazione nasce con il preciso scopo di fungere da elemento di attrazione turistica e di marketing territoriale, motori economici e sociali di una comunità.
La De.C.O. salvaguardia e valorizza il prodotto a cui viene attribuita, fissandone i metodi di lavorazione e produzione, che vengono tramandati localmente di generazione in generazione, legando così un prodotto indissolubilmente al territorio di appartenenza.
Il Comune di Reggio nell'Emilia ha così deciso, nel 2021, di istituire questo marchio, per metterlo a disposizione della cittadinanza e delle aziende del territorio. Il primo prodotto che è stato segnalato per l’iter di attribuzione della De.C.O. di Reggio Emilia è stato il Cappelletto Reggiano, piatto tipico della Domenica e delle feste in famiglia, una ricetta conosciuta già nel Medioevo e arrivata fino ai giorni nostri pressoché intatta. Questa specialità è una di quelle con il maggiore valore identitario per tutti i reggiani.
In seguito a tale segnalazione, l’apposita commissione De.C.O., nominata dal Sindaco, ha ritenuto il Cappelletto Reggiano meritevole di attribuzione del marchio e ha provveduto a svolgere il conseguente lavoro di indagine, con l’obbiettivo di pervenire al relativo disciplinare di riferimento. Durante le ricerche effettuate in merito, sono emersi alcuni dubbi circa la ricetta, per cui si sono resi necessari ulteriori approfondimenti. Il lavoro che ho potuto svolgere a supporto di quello della commissione è stato di fornire materiali e dati concreti in risposta a tali esigenze. Una volta giunti alla risoluzione di tali criticità, il suddetto disciplinare è stato stilato. I produttori del Cappelletto Reggiano dovranno seguirlo per potersi fregiare del marchio De.C.O..
Il marchio De.C.O., stabilendo il disciplinare di riferimento di un determinato prodotto, rende quindi possibile tramandare le tradizioni del passato anche alle generazioni future, valorizzando e tutelando al meglio il patrimonio gastronomico-culturale dei territori comunali italiani, una risorsa di inestimabile valore per il nostro paese.
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