Riassunto analitico
L’Italia è uno degli ultimi paesi in Europa - si scopre tra i peggiori Paesi al mondo - per abbandono scolastico. Oltre a ciò, si ritrova con un’alta percentuale di NEET (Neither in Employment or in Education or Training) ossia ragazzi e giovani adulti che non lavorano e non studiano. A questo si aggiunge un ulteriore dato allarmante che arriva direttamente da bambini e bambine, ragazzi e ragazze che a scuola ci vanno infatti, il 70% di loro a scuola sta male. Questi dati mostrano in modo chiaro e inequivocabile che il sistema formativo italiano, così com’è, non funziona e deve essere ripensato da zero. Come? La strada è tutta in salita, le implicazioni e le variabili da considerare sono molteplici; ciò che è certo rimane l’urgenza di cambiare il sistema scuola perché così non si va da nessuna parte. La chiusura temporanea e intermittente delle scuole di ogni ordine e grado – in conseguenza alle restrizioni imposte a causa della pandemia di Coronavirus, che ha colpito il mondo a partire dal 2019 – non ha fatto altro che far degenerare una condizione già precaria. Alla luce di queste problematicità, questo lavoro si propone come riflessione che permetta di individuare una possibile soluzione al fine di ripensare la scuola per renderla un luogo che genera benessere in chi la frequenta. Per fare ciò, nel primo capitolo dell’elaborato si definiscono concetti quali la pedagogia e l’estetica per passare poi a considerare l’estetica in rapporto all’ambito pedagogico e agli effetti positivi che un approccio estetico – che educhi alla bellezza – può dare al discorso educativo. Nel secondo capitolo – sempre restando in linea con l’obiettivo di presentare possibili vie di “salvezza” per la scuola – la ricerca prende in esame un altro aspetto rilevante ossia l’esperienza estetica in rapporto all’ambiente. Perciò, dopo aver definito l’origine e il campo d’indagine dell’estetica ambientale, nonché il rapporto tra l’estetica e l’ambiente, nell’ultima parte del capitolo si approfondisce il rapporto tra l’estetica, l’ambiente e la pedagogia; per concludere esaminando l’ambiente come contesto di apprendimento. La terza parte di questo lavoro offre una presentazione del rapporto tra l’ambiente naturale e la scuola, specificando come la natura sia stata considerata storicamente dalla teorizzazione pedagogica nel corso del tempo. Inoltre, espone i risvolti che può avere l’applicazione di un approccio educativo che comprende la natura nelle sua prassi quotidiana e lo fa presentando una sintesi della storia e dell’azione delle scuole che si riconoscono come parte del paradigma pedagogico dell’Outdoor Education, soffermandosi – in conclusione – sull’esempio italiano dell’Asilo del Bosco di Ostia Antica. In appendice, subito dopo una breve introduzione finalizzata a descrive lo strumento di ricerca utilizzato, cioè l’intervista qualitativa semi strutturata, si presenta il lavoro di ricerca svolto. Dopo aver presentato sinteticamente Marco Dallari e Paolo Mai, i due soggetti intervistati, si è precisato come è stato organizzato il lavoro prima, durante e dopo la conduzione delle interviste. Il tutto si conclude con il teso integrale delle due interviste volte sia a chiarire e avvalorare alcuni dei concetti chiave del discorso proposto nei primi tre capitoli dell’elaborato, sia a offrire ulteriori occasioni di confronto e riflessione riguardo allo scopo dell’educazione e alla funzione della scuola, ossia il punto d’origine del cambiamento.
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