Riassunto analitico
La condizione dell’artista ha sempre subito, e continua a soffrire anche oggi, la dicotomia che si crea tra lo spirito dell’arte, che emerge come libera, pura e necessaria rappresentazione della società da cui è generata, e le difficoltà, contingenti quanto rilevanti, della sopravvivenza quotidiana. La questione del diritto di seguito, istituto recentissimo della politica culturale contemporanea, nasce proprio con l’intento di limitare, se non eliminare del tutto, la dialettica tra necessità pragmatiche e urgenza di comunicare che da sempre caratterizza l’attività dell’artista. Configurandosi, infatti, come il diritto, per gli artisti o i loro eredi, a ricevere una percentuale sul prezzo di rivendita delle proprie opere, il Droit de Suite rientra nell’accezione di strumento di politica culturale nella misura in cui, afferente in origine alla sfera “intangibile” del mondo dell’Arte, porta con sé, nella sua applicazione, non trascurabili conseguenze economiche. E’ stato detto “How a society treats its artists reveals many of the values of that culture”. E il diritto di seguito, nato dalla lunga, dibattuta e profonda riflessione sulla condizione degli artisti e sulle ipotesi riguardo a come migliorarla davvero, costituisce sicuramente un segno evidente della maturità culturale dell’Occidente, e, come è stato dimostrato in questa ricerca, rappresenta un ottimo punto di partenza per una possibile risoluzione migliore dei problemi degli “starving artists”. E come tale deve essere considerato: un primo passo, ben strutturato ma ancora traballante, e sicuramente migliorabile, verso una maggiore equità nel mercato artistico.
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Abstract
The condition of the artist has always suffered, and continues to, the dichotomy created between the spirit of art, which emerges as free and pure, and the daily survival difficulties.
The Droit de Suite, a recent institution of contemporary cultural policy, born with the intention to limit, if not eliminate, the dialectic between pragmatic necessity and urgency to communicate that has always characterized the artist's activity. Taking shape as a law for artists or their heirs, to receive a percentage of the resale price of their works, the Droit de Suite is covered in the meaning of cultural policy instrument to the extent that, originally pertaining to the sphere "intangible" of the art world, carries with it, in its application, non-negligible economic consequences.
The aim of this work is to provide an analysis of actual changes both in the British and in the Italian art trade that are subjected to the Droit de Suite.
This paper discusses how Droit de Suite works in practice, providing a detailed analysis of its failures and an explanation of why attempts to further promulgate the right in common law nations should be quashed.
"How a society treats its artists, reveals many of the values of that culture", and the Droit de Suite, born from the long, controversial and profound reflection on the condition artists and the assumptions about how to really improve it, is indeed a clear sign of the West's cultural maturity, and, as demonstrated in this research, it represents an excellent starting point for a possible better solution of the "starving artists" problems. It should be considered as a first step, well-structured but still wobbly, and certainly improvable, towards more equity in the art market.
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