Riassunto analitico
Questa tesi nasce dal desiderio di indagare gli stereotipi di genere, come questi plasmino la vita dei bambini e delle bambine condizionandone i destini. Ancor prima che essi/e vengano alla luce si comincia a tessere un percorso biografico differente per maschi e femmine che li porterà con il tempo ad assumere ruoli diversi all’interno della società. Questi percorsi differenziati cominciano a delinearsi in famiglia per poi trovare conferma nelle strutture educative, indirizzando bambini e bambine su binari di genere prefissati. Fin da piccoli/e bambini e bambine seguono un addestramento che li porterà ad assumere differenti ruoli di genere, per cui i bambini verranno educati a fare certe cose e le bambine a farne altre. Nel primo capitolo ho analizzato il concetto di genere e di come esso abbia modificato lo sguardo sulla società permettendo di mettere in luce rapporti di supremazia invisibili, in particolare mi sono soffermata su quelli che sono gli stereotipi di genere individuandone i meccanismi e evidenziandone la pericolosità. Ho illustrato come, con le nostre parole e con le nostre azioni, inconsciamente orientiamo i bambini e le bambine verso un’educazione di genere che, se non pensata e decostruita, non fa altro che cristallizzare gli stereotipi. In questo capitolo ho parlato di infanzia e di “Gabbie di Genere” analizzando in particolare due aspetti a cui, in educazione, dobbiamo prestare attenzione, la Genderizzazione e la Pinkizzazione. Nel secondo capitolo, ho esaminato quelle che sono le principali agenzie di socializzazione che i bambini e le bambine incontrano nel corso della loro vita. L’agenzia di socializzazione che potremmo definire primaria nella vita dei più piccoli/e è la famiglia, dove purtroppo ancora oggi sono presenti disuguaglianze e disparità tra uomini e donne. Gli stereotipi di genere possono essere acquisiti anche attraverso agenzie di socializzazioni secondarie come: la televisione, i libri, i giornali, gli amici e i coetanei. Queste agenzie concorrono a trasmettere immagini di uomini e donne molto diverse tra di loro e a volte opposte, obbligando inconsciamente i bambini e le bambine ad aderirvi. Coloro che non rientrano nei canoni richiesti corrono il rischio di essere emarginati ed esclusi. Nel terzo capitolo mi sono soffermata sul ruolo fondamentale che riveste la scuola in quanto agenzia di socializzazione primaria, nella quale educatori ed educatrici inconsciamente costruiscono “Gabbie di Genere” intorno ai bambini e alle bambine. Scuola dove è presente una forte segregazione orizzontale e verticale, in cui troviamo delineate strade prefissate per ragazzi e ragazze, dove il potere sembra ancora essere nelle mani degli uomini. Nell’ultimo capitolo riporto i risultati di un questionario somministrato ad un campione di ragazzi e di ragazze che frequentano la scuola secondaria di primo grado, lo scopo è quello di indagare la presenza di stereotipi di genere in diversi ambiti: sport, lavori, comportamenti, giochi e emozioni. Nel lavoro svolto ho scelto di riflettere sull’influenza che gli stereotipi di genere hanno sulle future generazioni, sottolineando l’importanza di costruire relazioni paritetiche orientate alla promozione di scelte autentiche, libere da condizionamenti che influenzano e limitano il futuro dei bambini e delle bambine.
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