Riassunto analitico
La mia tesi è suddivisa in due parti. Nella prima parte ho iniziato il mio elaborato con un capitolo in cui ho affrontato il pensiero del filosofo analitico Nelson Goodman, in particolare soffermandomi sulla celebre opera intitolata "I linguaggi dell'arte". Egli ha voluto portare a termine una Teoria unificata dei simboli, mostrando ciò che accomuna i simboli scientifici a quelli artistici ed i vari modi di istituire la referenza. Il filosofo ha negato la possibilità di ricondurre l’arte ad una semplice questione di emozioni perché anche nell’arte le emozioni evocate funzionano cognitivamente; dunque anche il piano emotivo contribuisce alla conoscenza nell’arte. Più in generale Goodman ha mirato a sottolineare i momenti di convergenza tra attività conoscitiva ed attività estetica, tra arte e scienza, mostrando che anche l’arte ha una funzione conoscitiva. In seguito ho spostato l'attenzione su un particolare progetto fondato dallo stesso filosofo: il Project Zero. Quest'ultimo in origine viene inteso da Goodman come un programma di ricerca di base sull’educazione all’arte. In seguito questo programma, pur continuando ad occuparsi di arte, vuole arrivare anche ad un rinnovamento più ampio dell’educazione. Successivamente ho analizzato in profondità la collaborazione tra Project Zero e Reggio Children, prendendo in considerazione i punti di incontro e di differenza tra la scuola americana e quella reggiana. Nel secondo capitolo ho esposto il pensiero innovativo del pedagogista e insegnante reggiano Loris Malaguzzi, da cui è nata la filosofia educativa del Reggio Emilia Approach, fondata sull’immagine di un bambino con forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende attraverso i cento linguaggi appartenenti a tutti gli esseri umani e che cresce nella relazione con gli altri. Inoltre ho illustrato la nascita dell’atelier, spazio animato dalla presenza dell’atelierista, nel quale i bambini possono osservare, studiare, manipolare e utilizzare in modo creativo e divergente oggetti naturali e artificiali, nuovi e riciclati. Alla fine del secondo capitolo ho messo in evidenza che l’atelier oggi si presta ad essere uno spazio aperto e flessibile, non più confinato in un luogo preciso della scuola, ma presente anche all’esterno di essa, come atelier naturale. Nella seconda parte della tesi ho realizzato un primo capitolo sull’importanza dell’arte e dell’educazione artistica per lo sviluppo dei bambini e sul nesso esistente tra arte e natura per giungere al secondo capitolo dove mi sono soffermata sui benefici dell’Outdoor Education. Infine ho concluso il mio elaborato con un capitolo dove ho presentato la mia esperienza di tirocinio presso la scuola dell’Infanzia Amelia Veneri di Fogliano, con focus sull’osservazione, sulla documentazione e sulla riflessione delle attività svolte dai bambini nel contesto parco, atelier naturale e luogo di scoperta e ricerca scientifica. Da questa esperienza ho potuto confermare la mia tesi iniziale, ovvero che l’ambiente esterno alla scuola contribuisce alla crescita e allo sviluppo dei bambini, stimolando i numerosi linguaggi di cui sono in possesso: il linguaggio creativo, il linguaggio simbolico, il linguaggio sensoriale, il linguaggio corporeo, il linguaggio relazionale e molti altri.
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