Riassunto analitico
Tra ieri e oggi la concezione del bambino, dall’ambito pedagogico all’ambito sociologico, è fortunatamente cambiata. Questo cambiamento ha visto un notevole sviluppo in positivo dell’idea di bambino. Nella visione tradizionale, potremmo dire tendenzialmente più classica, il bambino è visto semplicemente come un individuo in fase di sviluppo e formazione; individuo che gradualmente, attraverso processi di assimilazione di comportamenti e nozioni, si forma e si inserisce all’interno della società fino a diventare autonomo. Ancora, sempre nella visione classica, questo viene visto come se fosse una carta bianca plasmabile in toto dall’adulto. Se da un lato, allora, la sociologia dell’infanzia di stampo tradizionale vede il bambino come persona quasi assoggettata dall’adulto, il quale lo educa ai fini futuri, dall’altro lato la nuova sociologia dell’infanzia vede il bambino come un essere totalmente attivo, competente socialmente, capace di relazionarsi e di promuovere il cambiamento sociale. La nuova sociologia dell’infanzia, allora, riconosce ai bambini la medesima agency che viene attribuita agli adulti. Da qui, l’obiettivo del lavoro di tesi, di natura esplorativo-riflessiva, è quello di indagare la partecipazione sociale dei bambini, intesa come diritto fondamentale di cittadinanza, tenendo conto di aspetti prettamente teorici che riguardano l’analisi della letteratura scientifica prodotta in tale ambito, fino ad arrivare ad aspetti più concreti che riguardano in che modo la scuola educa alla partecipazione democratica e che ruolo assume l’educatore nel sostenere e promuovere lo sviluppo e l’ “agentività del bambino”
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