Riassunto analitico
Il presente lavoro di ricerca consta di un’analisi dei principali scritti critici di Juan Rodolfo Wilcock (1919-1978) pubblicati tra il 1942 e il 1966 in giornali, periodici e riviste argentine e italiane. Si tratta di un immenso corpus di testi apparsi principalmente sulla rivista “Tempo Presente” e sul periodico "Il Mondo", a cui si aggiungono le riviste letterarie “Verde Memoria”, “Disco” e “Intelligenza” da lui dirette, nonché altri articoli provenienti da “Sur”, “Los Anales de Buenos Aires” e dal settimanale "Il Punto". Il suddetto corpus non è mai stato sistematicamente indagato dalla critica, lasciando di fatto inesplorata una zona essenziale dell’attività intellettuale wilcockiana che è peraltro di fondamentale importanza per meglio comprendere sia le caratteristiche delle sue prime opere scritte in lingua italiana, sia le dinamiche del suo inserimento nel campo intellettuale italiano poco oltre la metà degli anni Cinquanta. L’attività critica, intesa qui nella doppia accezione di “critica letteraria” e di “critica culturale” (kulturkritik), è considerata come una forma di “riscrittura” (Lefevere, 1992), e dunque come uno dei modi possibili di appropriazione, manipolazione e divulgazione di generi e formazioni discorsive, di ideologie e codici di rappresentazione in determinate circostanze storico-culturali. Gli articoli oggetto di studio vengono inizialmente affrontati come un corpus indipendente dalla produzione creativa dell’argentino, e rigorosamente collocati all’interno dei gruppi, movimenti, istituzioni e formazioni culturali in cui furono originalmente pubblicati (Bourdieu, 1992; Raymond Williams, 1981). In un secondo momento, tuttavia, lo stesso corpus viene messo in rapporto a certe zone della narrativa wilcockiana attraverso la metafora della "proiezione", in modo da evidenziare il nesso che in un autore come Wilcock si istaura tra attività critica e scrittura di finzione. L’esame condotto ha messo in evidenza, in primo luogo, la coerenza e la complessità del pensiero critico wilcockiano, la continuità e sistematicità delle sue idee sulla letteratura e sui diversi metodi per il suo studio. Ne risulta dunque una personale teoria letteraria, in cui appare inoltre esplicito il debito nei confronti dello scrittore argentino Jorge Luis Borges e di una parte della tradizione culturale argentina che Wilcock riutilizza, non senza attriti e polemiche, in ambito italiano. In secondo luogo, dall’esame della sua critica culturale e dei suoi articoli di costume è emerso il profondo legame esistente tra gli esordi di Wilcock come narratore in lingua italiana e la sua scrittura critico-giornalistica, che può essere considerata da questo punto di vista come laboratorio stilistico-formale e luogo di cantiere e di circolazione di immaginari e discorsi sociali che lo scrittore ibrida e integra nella sua opera poetica e narrativa. Resta infine da estendere questo tipo di approccio agli anni successivi al 1966 per capire l’andamento e l’evoluzione del pensiero critico wilcockiano anche in rapporto alle nuove correnti letterarie e agli avvenimenti storico-politici che caratterizzarono il decennio successivo fino alla sua morte, avvenuta nel 1978.
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Abstract
The present research study examines the critical writings that Juan Rodolfo Wilcock
(1919-1978) published between 1942 and 1966 in newspapers and literary magazines
in Italy and Argentina. The corpus consists of a series of articles that appeared
in the magazine "Tempo Presente", in the weekly "Il Mondo" and in the literary magazines
“Sur”, "Verde Memoria", "Disco" and "Intelligenza", as well as other writings
coming from "Los Anales de Buenos Aires" and the periodical "Il Punto". This critical
production has not yet been systematically investigated, leaving therefore unexplored
an essential part of Wilcock’s intellectual activity, which is also of great importance
to better understand the characteristics of his first works written in Italian and
the dynamics of his integration into the Italian intellectual field.
“Criticism” is here understood in the double sense of "literary criticism" and
"cultural criticism" (kulturkritik). To better look into this extremely
heterogeneous corpus, we consider criticism as a type of "rewriting" (Lefevere, 1992),
i.e. a mode of appropriation, manipulation and dissemination of discourse genres
and formations, of ideologies and codes of representation within certain historical-cultural
contexts; the articles are thus thoroughly situated within the groups, movements,
institutions and cultural formations in which they were originally published (Bourdieu,1992;
Raymond Williams, 1981). In a second moment, however, the same corpus is related to Wilcock's narrative
through the metaphor of the "projection", in order to highlight the connection that
exists between his criticism and his works of fiction.
The examination conducted revealed, first, the consistency and complexity of Wilcock's
critical thinking, the continuity of his ideas on literature and on the different
methods for its study. The result is a very personal literary theory in which the
debt to the writer Jorge Luis Borges and to the Argentine critical tradition appears
explicit.
Secondly, from the analysis of Wilcock’s cultural and costume criticism emerged
the fundamental link between this author’s beginnings as an Italian writer and
his journalistic collaborations. From this perspective, Wilcock’s criticism can
be easily characterized as a stylistic and thematic laboratory upon which he draws
for his poetic and narrative work.
Finally, it is necessary to extend this type of analysis to the years after 1966
to comprehend the evolution of Wilcock's criticism, especially in relation to the
new literary currents and the historical-political events that characterized the
following decade until his death in 1978.
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