Riassunto analitico
La presente tesi ha ad oggetto la disciplina della stabile organizzazione, istituto fondamentale per la tassazione dei profitti nel paese nel quale sono prodotti. La disciplina interna è rinvenibile all’art. 162 TUIR, tuttavia, è importante cogliere la dimensione internazionale della tematica. Infatti, la trattazione avrà come oggetto centrale la disciplina della stabile organizzazione così come emergente dall’art. 5 del Modello OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Le regole basilare dei casi in cui si verifica stabile organizzazione materiale (positive e negative list), nonché eventualmente sia qualificabile una stabile organizzazione personale sono enunciate nella normativa sovranazionale richiamata, solo in un secondo momento fatte proprie dal legislatore italiano. L’elaborato si pone l’obiettivo di enunciare i requisiti di sussistenza della stabile organizzazione, dedicando particolare attenzione agli aspetti critici e potenziale occasione di abuso del diritto ed elusione. Saranno pertanto approfondite le figure dell’agente indipendente, declinando in negativo i casi in cui la dipendenza dell’agente è da escludere. Si seguirà il percorso di aggiornamento della disciplina, la cui esistenza si incastra con l’emanazione a livello internazionale del Modello Base Erosion and Profit Shifting (BEPS), la cui emanazione ha comportato una modifica sostanziale al Modello (2017). All’approfondimento di quest’ultima tematica, seguirà l’analisi delle principali modifiche subite dalla normativa internazionale, nonché italiana; fra queste spicca la regola dell’anti-fragmentation rule (nuova par. 4.1. del Modello OCSE). Infine, il lavoro si concentrerà sul fenomeno della stabile organizzazione occulta, dedicando spazio della trattazione a casi studi particolarmente interessanti. Non potrà prescindersi dall’analisi della giurisprudenza più importante sul tema: il caso Philip Morris, evidenziando le interconnessioni fra giurisprudenza sul tema e modifiche normative.
|