Riassunto analitico
Al fine di favorire la nascita e lo sviluppo di imprese nell’ecosistema imprenditoriale, si sono diffusi ormai da diversi decenni strumenti di sostegno come: gli incubatori e gli acceleratori, che andremo ad analizzare nei loro modelli di business. Il primo esemplare di incubatore nacque negli Stati Uniti tra gli anni ’50 e ’60 al fine di mettere a disposizione delle nuove imprese, dei locali in cui operare e servizi comuni a prezzi ridotti. Nel giro di pochi anni questa figura prese piedi e la diffusione aumento in primis nel il territorio americano, e successivamente anche il resto del mondo. Gli esemplari sviluppatisi in quel periodo, definiti incubatori di prima generazione incentravano la loro offerta sulla messa a disposizione di spazi comuni e la condivisione di servizi a prezzi ridotti, spesso con l’obiettivo di favorire l’occupazione in località dove la situazione di leggero degrado iniziava a presentarsi. Col passare degli anni, i cambiamenti del mercato e l’evolversi delle imprese hanno rappresentato un’influenza importante per l’evoluzione degli incubatori stessi, che hanno adattato il portafoglio di servizi da loro offerti per soddisfare i nuovi bisogni delle imprese nascenti. Si è passati così dalla prima, alla seconda, fino ad arrivare alla terza generazione di incubatori con una tendenza sempre maggiore all’intangibilità dei servizi con maggior peso in termini di valore offerto. A oggi l’attività dell’incubatore, non è più rappresentata solo dalla messa a disposizione di uffici in condivisione ma si è espansa fino ad includere anche attività di formazione in temi aziendalistico-gestionali e legali con l’ausilio di professionisti in materia, la condivisione di una rete di conoscenze appartenente all’ambiente che circonda gli incubatori, tra cui troviamo potenziali investitori e potenziali clienti, e in alcuni casi l'investimento di risorse. Con l’evolversi della terza generazione di incubatori, si è venuto a creare un nuovo strumento nato con l’obiettivo di sostenere la nascita di nuove imprese ed accelerare il loro sviluppo: l’acceleratore. Dal momento che condividono obiettivi molto simili, incubatore e acceleratori non presentano grosse differenze nella loro offerta, soprattutto in Italia. La partecipazione al programma di accelerazione è riservata alle poche imprese selezionate e pertanto il processo di selezione a più fari presenta maggiore concorrenza. Inoltre, il programma di accelerazione ha una durata molto più breve rispetto a quello di incubazione, risulta quindi essere maggiormente incentrato su determinati aspetti in cui l’impresa nascente presenta lacune. Sia negli incubatori che negli acceleratori, esistono modelli di business differenti che vanno ad influenzare i reali obiettivi perseguiti: un incubatore aziendale avrà come mission quella di ricercare idee innovative prettamente nel campo in cui opera l’azienda che costituisce l’incubatore o in settori in cui l’azienda ha intenzione di entrare ma non direttamente. Gli incubatori creati dalle istituzioni pubbliche invece sono più alla ricerca dello sviluppo della rete imprenditoriale, piuttosto che allo sviluppo innovativo del Paese o all’applicazione pratica di particolari politiche economiche di ripresa. Così, anche gli incubatori universitari nascono con altre funzioni. Oltre ai vari obiettivi, il modello di business degli incubatori influisce su altri aspetti come la redditività? Ciò verrà analizzato sul campione degli incubatori italiani certificati.
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