Riassunto analitico
La tesi riguarda l'analisi parziale degli strumenti posti in essere dallo Stato italiano durante l'emergenza da Covid-19, in particolare pone l'accento sul rapporto tra questi e il sistema delle fonti delineato dalla Costituzione. Dopo una introduzione generale sulla pandemia e delle misure adottate, l'elaborato si orienta verso l'analisi delle fonti del diritto coinvolte durante l'emergenza. Le prime ad essere analizzate sono alcune fonti sovranazionali, le cui disposizioni sono vincolanti per lo Stato italiano e il cui mancato recepimento o la cui violazione, oltre ad incidere sulle scelte compiute dal Governo, potrebbero attivare dei procedimenti sanzionatori sovranazionali nei confronti della Repubblica italiana. Successivamente l'attenzione si sposta sulle poche fonti del diritto emergenziale presenti nella Carta, in particolare gli articoli 77 e 78, e il loro rapporto con la legislazione ordinaria. Alle fonti costituzionali segue la trattazione della disciplina delle fonti primarie e secondarie, in particolare quelle applicative della legge n. 400 del 1988. Quest'ultima contiene le linee guida per la emanazione degli atti esecutivi del Governo tra i quali vi è anche il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il principale strumento normativo utilizzato durante l'emergenza. L'ultimo capitolo si concentra sui due decreti-legge, il n. 6/2020 e il n. 19/2020, che hanno creato una normativa emergenziale ad hoc per fronteggiare l'emergenza virale e se ne sottolineano alcune criticità, come la scarsa interlocuzione tra il Governo e il Parlamento e la scelta di strumenti attuativi precari e da tempo oggetto di critica non solo da parte della dottrina, ma anche dalla giurisprudenza. Di conseguenza continua il rafforzamento del potere esecutivo a detrimento del potere legislativo e di quello giudiziario, senza che vi siano sistemi idonei a controllarne l'attività, col rischio di detrimento del sistema delle fonti del diritto così come concepito dalla nostra Costituzione.
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