Riassunto analitico
Il presente lavoro intende mostrare la notte come motivo antropologico e letterario e, in quanto tale, come archetipo esistenziale per l’uomo e come topos nella letteratura. Nel primo capitolo viene effettuata una panoramica su come culture diverse (nel tempo e nello spazio) abbiano interpretato il valore della notte, costrutto culturale che rivela credenze e abitudini, in relazione alla propria esistenza. Inoltre si osserva, attraverso un breve excursus antropologico sul mondo urbano, come la notte, da spazio-tempo esclusivamente associato alla paura e alla trasgressione, abbia acquisito nel corso dei secoli un valore psicologico, divenendo il luogo intimo per eccellenza del pensiero. Da tali presupposti nasce, nel secondo capitolo, un’indagine letteraria comparativa che vede coinvolti diversi autori e la loro raffigurazione della notte. Da questa analisi emerge il profondo legame tra antropologia e letteratura, tra esistenza ed espressione della stessa, indicato dalla presenza di strutture ripetute e ripetibili nelle opere degli autori. Le due dimensioni indicate si influenzano reciprocamente in un rapporto simbiotico di interdipendenza: una non può esistere senza l’altra, una rappresenta la chiave di lettura dell’altra, riconoscendo così il profondo e antico legame che le unisce. Infine, il lavoro si conclude nel terzo capitolo con l’esposizione di un caso pratico in una scuola dell’infanzia in cui viene messo in luce l’obiettivo principale della tesi ossia mostrare il ruolo centrale dell’istruzione nell’approccio critico alla letteratura e, più in generale, alla vita. È stata rilevata una naturale attenzione dei bambini nei confronti della notte nel momento in cui essi associano un particolare evento della storia scelta come riferimento (Pinocchio, Roberto Piumini) a una delle emozioni provate dal protagonista. La notte è individuata come spazio – tempo in cui il personaggio esprime la sua essenza interiore e ciò conferma la natura profondamente umana che essa possiede. La struttura della tesi, quindi, suggerisce un esempio di approccio ai contenuti didattici che vengono generalmente proposti in ambito educativo; la notte rappresenta un’occasione per mostrare come si potrebbe riflettere su ogni oggetto di studio: la conoscenza antropologica di ciò che si vuole trasmettere agli studenti, per capire quanto e in che misura l’oggetto di studio sia radicato nell’esperienza del fanciullo, diventa il punto di partenza dell’insegnamento. La proposta metodologica in questione si propone di sostenere lo studente in un processo motivazionale fondato sulla consapevolezza delle proprie competenze. Tale processo presuppone l’approfondimento di un oggetto di studio all’interno di uno o più ambiti specifici (es. letteratura) al fine di progettare un coerente intervento didattico in linea con l’esperienza e le sensibilità degli alunni. Il percorso intrapreso non è altro che un viaggio esplorativo nella e della notte. In questo senso è possibile parlare di una “geografia della notte”; se il termine geografia, infatti, è impiegato per designare le connessioni fra le società umane e i loro territori, esso può essere identificativo della notte una volta che se ne esplorino i luoghi esistenziali e letterari, ossia, metaforicamente, i “territori”.
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