Riassunto analitico
La domanda che è alla base di questa ricerca è la seguente: in che modo lo strumento audiovisivo può diventare strumento di conoscenza dell’organizzazione e, di conseguenza, metterla in scena in modo scientifico e rigoroso? Nella ricerca sociale l’osservazione diretta della realtà ha un ruolo centrale, e agisce sia come pratica, sia come metodologia, sia come teoria della conoscenza. Dunque, lo stesso ruolo centrale riveste l’atto di guardare, ossia la visione. Di conseguenza, anche il mezzo audiovisivo e i prodotti realizzati grazie a questa tecnologia possono essere considerati un mezzo per conoscere il mondo. Partendo da questo presupposto, si assumono come riferimenti teorici le diverse concezioni di organizzazione delineate dal teorico Bruno Maggi. Queste possono infatti essere considerate come veri e propri modi di vedere l’organizzazione e la realtà sociale, radicati e strutturati nell’epistemologia delle scienze sociali, a cui sottostanno diversi tipi di razionalità e da cui derivano diverse teorie dell’organizzazione, metodi e procedure di ricerca empirica. Si tratta di ragionamenti e sequenze di derivazione che trovano corrispondenze in altre discipline: in primo luogo nell’analisi sociosemiotica di Eric Landowski, incentrata sui diversi modi di costruire il senso della realtà; in secondo luogo, nelle tipizzazioni di prodotti e pratiche visuali definite da sociologi e antropologi che dei metodi visuali fanno uso, come Douglas Harper, alla base delle quali vi sono diverse epistemologie e diverse relazioni tra conoscitore e dato. Attraverso un quadro teorico interdisciplinare composto da teoria dell’organizzazione, sociologia visuale, semiotica e antropologia visuale, si intende capire come le diverse concezioni di organizzazione si possano trasformare in altrettanti sguardi sull’organizzazione del lavoro e come da tali sguardi derivino distinti metodi e tecniche di produzione di audiovisivi. La prima parte del lavoro è volta a definire, da un punto di vista teorico, in che modo l’audiovisivo può essere utilizzato come strumento di ricerca e conoscenza del lavoro. La seconda parte esamina le connessioni esistenti tra teoria dell’organizzazione, semiotica e sociologia visuale sulla base delle quali si definiscono gli artefatti audiovisivi come prodotti di razionalità progettuale e dalle quali si ricava il quadro analitico utile alla disamina dei casi di studio. Infine, la terza parte è dedicata all’analisi di casi di studio, rappresentati da documentari etnografici, che ideal-tipicamente si associano alle connessioni presentate nella seconda parte.
|
Abstract
The question at the center of this resesrch is the following: how the audiovisual can be used as an instrument of knowledge about work and, as a consequence, set it up in a scientific and rigorous way?
In social research, the direct observation of reality has a key role, and acts as a practice, as a methodology and as a theory of knowledge. Therefore, the act of seeing, that is the vision, assumes the same central role. As a consequence, the audiovisual equipment and the products realized using this technology can be considered a way to understand the world.
Assuming this starting point, I will take as theoretical basis the different conceptions of organization described by Bruno Maggi. These conceptions can be considered as different ways of seeing the organization and the social reality, rooted in the epistemology of social sciences, are based on different types of rationality and produce different theories of organization, methods and processes of empirical research.
Analogous theories and sequences can be found in other disciplines: firstly, in the semiotic analysis of Eric Landowski, focused on the ways by which the sense of the world and individual lives is constructed; secondly, in the classifications of visual methods and practices based on different epistemologies and relationships between researcher and data, defined by sociologists and anthropologists that use visual methods.
Through an inter-disciplinary framework, composed of theory of organization, visual sociology, semiotics and visual snthropology, the aim of this thesis is to understand how the different conceptions of organization can turn into different gazes on work organization and how these gazes produce different methods and tecniques of audiovisual production.
The first part of the thesis is aimed at defining, from a theoretical point of view, in which way the audiovisual can be used as an instrument of research and knowledge about work.
The second part examines the connections that can be established among organization, semiotics and visual sociology. These connections define the audiovisual artifacts as rational products and allow to identify the analytical elements for the examination of case studies.
Finally, the third part is dedicated to the analysis of case studies, represented by three ethnographic dpcumentaries, that can be associated, in a ideal-typical way, to the connections discussed in the second part.
|