Riassunto analitico
A partire dalla ricostruzione storica del fenomeno della malattia mentale nel contesto europeo e in particolare in Francia tra il XV e XIX secolo, si esaminano, attraverso l’interpretazione foucaultiana, i meccanismi di comprensione della follia nella società Occidentale. Come è spiegato da Foucault in Il potere psichiatrico, la percezione della follia è determinata in modo decisivo dalle relazioni e dai dispositivi di potere che si istaurano nei vari contesti sociali. La tesi vuole essere uno studio dell’uso delle pratiche discorsive nelle istituzioni psichiatriche e delle sue determinazioni, e di ciò che Foucault definisce discorso grottesco: “chiamerò ‘grottesco’ un discorso o un individuo che detengono per statuto degli effetti di potere di cui, per la loro qualità intrinseca, dovrebbero essere privati” (M. Foucault, Gli anormali, Milano, Feltrinelli 1999, p. 21). Come mostra Foucault in Storia della follia nell’Età classica, durante il Medioevo e il Rinascimento il folle veniva considerato secondo la dicotomia del male e del bene, come colui che in diversi modi incarna il male. L’alienato era ammesso nella società come parte costitutiva di essa, aveva un ruolo simbolico filosofico e religioso. Era considerato il personaggio stereotipo dell’insensatezza della condizione umana e detentore di un sapere inaccessibile. Con il passare del tempo questa prospettiva cambia: in seguito alla scomparsa della lebbra, a partire dal XVI secolo, si iniziano ad utilizzare i lebbrosari come luogo in cui segregare i folli. Inizia ad emergere un modello di follia da isolare affinché procuri meno fastidi possibili. Durante l’Età Classica il compito di allontanare gli insensati dalla collettività è assolto con l’internamento. Fino ad arrivare alla proto psichiatria e alla nascita della psichiatria nel XIX secolo: con Pinel alla fine del XVIII secolo nascono i primi manicomi e con essi i dispositivi di potere. Foucault in Il potere psichiatrico e La volontà di sapere studia il rapporto tra potere, sapere e verità: chi detiene il sapere è anche detentore di un potere, e pertanto vicino alla verità. La psichiatria classica si fonda sulla relazione di potere all’interno del rapporto tra medico e paziente. Lo psichiatra e il sistema relazionale che lo circonda (sorveglianti e inservienti) sono i detentori di tale potere fortemente asimmetrico che funziona sulla base di un discorso che viene considerato come vero a priori e che pertanto non può essere messo in discussione. Il sistema psichiatrico è un’organizzazione di tipo disciplinare. A partire da questi presupposti contestuali, Foucault descrive alcune strategie utilizzate all’interno dei manicomi nella seconda metà del XIX secolo: l’interrogatorio, la pratica medico-farmacologica, l’ipnosi e la confessione. Foucault, nel testo Gli anormali, riprendendo l’opera teatrale Ubu re di Alfred Jarry, definisce un particolare tipo di linguaggio usato nelle pratiche discorsive, che denomina “ubuesco”. Con tale termine l’autore intende riferirsi a tutti quegli aspetti discorsivi grotteschi che fanno parte del sapere psichiatrico. L’autore mostra come il sapere medico sia un sapere basato su certi canoni linguistici, che decontestualizzati e “spogliati” della loro autorità si percepiscono come grotteschi, caricaturali, al limite dell’assurdo. La tesi si propone di indagare la scoperta e la messa in luce del linguaggio grottesco anche in altri “luoghi foucaultiani”.
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