Riassunto analitico
A seguito del referendum del 2016 che ha sancito l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, UE e Regno Unito stanno lavorando alacremente per raggiungere un accordo reciproco che dovrà regolare i rapporti futuri tra le due controparti. Ad oggi, però, la strada da percorrere per ottenere una comunanza di intenti sembra impervia.
Nella prima parte della tesi viene delineata la situazione attuale che sta emergendo dai negoziati tra UE e UK. Passando in rassegna i possibili scenari futuri, si nota che è probabile che il dialogo tra UE e UK si consluda con un nulla di fatto, che culminerebbe nella cosiddetta no-deal Brexit. Nonostante la soluzione maggiormente auspicata sia il raggiungimento di un accordo di libero scambio, il primo ministro britannico Boris Johnson sembra fermo sulla sua convinzione e i mesi futuri saranno decisivi per capire le sorti dell'Unione Europea e del Regno Unito.
Date queste premesse, l'elaborato prosegue con l'analisi delle conseguenze economiche di una Brexit senza accordi tra le parti. L'uscita degli UK dal Mercato Unico Europeo potrà avere esiti negativi sia per l'UE ma soprattutto per l'economia britannica. Gli UK dovranno rinunciare alle quattro libertà fondamentali dell'UE, che permettono a persone, merci, capitali e servizi di circolare liberamente. L'assenza di tali libertà fondamentali e l'imposizione di barriere tariffarie e non tariffarie inficerà il libero scambio tra le due e accrescerà gli oneri burocratici e i costi delle transazioni. A pagarne dazio saranno soprattutto le piccole e medie imprese e i lavoratori, i quali subiranno limitazioni negli spostamenti verso il Regno Unito.
In seguito sono analizzate le ripercussioni subite da alcuni dei settori principali dell'economia britannica, con le conseguenze che ne derivano per gli stati europei. Tra i settori analizzati, un focus particolare è stato posto su quello automotive, agroalimentare, farmaceutico e finanziario, mettendo in rilievo i principali lati negativi di una no-deal Brexit, tra cui l'introduzione di regole di origine, interruzione della filiera produttiva e dislocazione di complessi industriali.
Per concludere, è stata condotta un'analisi documentale di alcune previsioni fatte nel periodo immediatamente successivo al referendum del 2016, rivelatesi ampiamente errate. Alcune istituzioni avevano infatti predetto conseguenze catastrofiche per l'economia britannica in seguito al trionfo del "leave". Confrontando le previsioni con i dati effettivi attuali, è possibile giungere alla conclusione che, ad oggi, il dissesto economico e finanziario preventivato da istituzioni del calibro di Credit Suisse e Goldman Sachs non si è assolutamente verificato.
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Abstract
Following the 2016 referendum that sanctioned the UK's exit from the European Union, the EU and the UK are working hard to reach a mutual agreement that will govern future relations between the two counterparts.
To date, however, the road to achieve a common goal seems hard to follow.
The first part of the thesis outlines the current situation that is emerging from the negotiations between the EU and the UK. Looking at the possible future scenarios, it can be seen that it is likely that the dialogue between the EU and the UK will come to nothing, which would culminate in the so-called no-deal Brexit. Although the most hoped-for solution is a free trade agreement, British Prime Minister Boris Johnson seems firm on his conviction and the months ahead will be decisive in understanding the fate of the EU and the UK.
Against this background, the paper continues with the analysis of the economic consequences of a no-deal Brexit between the parties. The exit of the UK from the European Single Market may have negative outcomes both for the EU and especially for the British economy. The UK will have to give up the four fundamental freedoms of the EU, which allow people, goods, capital and services to move freely.The absence of these pillars and the imposition of tariff and non-tariff barriers will undermine free trade between the two and increase bureaucratic burdens and transaction costs. The absence of these fundamental freedoms and the imposition of tariff and non-tariff barriers will affect free trade between the two and increase bureaucratic burdens and transaction costs. Small and medium-sized enterprises in particular will suffer the most from this, as will workers, who will be restricted in their travel to the UK.
This is followed by an analysis of the repercussions suffered by some of the main sectors of the British economy and the consequences for European states.
Among the sectors analyzed, a particular focus was placed on the automotive, agri-food, pharmaceutical and financial sectors, highlighting the main negative aspects of a no-deal Brexit, including the introduction of rules of origin, disruption of the supply chain and relocation of industrial plants.
To conclude, a documentary analysis was carried out of some forecasts made in the period immediately following the 2016 referendum, which turned out to be largely wrong. In fact, some institutions had predicted catastrophic consequences for the British economy following the success of the "leave" party.Comparing the forecasts with the current actual data, it is possible to conclude that, to date, the economic and financial collapse predicted by institutions of the calibre of Credit Suisse and Goldman Sachs has by no means occurred.
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