Riassunto analitico
Nelle società di capitali in bonis, gli amministratori hanno il dovere di gestire l’impresa sociale perseguendo le strategie che, con maggiori probabilità, produrranno profitto e massimizzeranno l’interesse della generalità dei soci dai quali sono stati nominati. In questa fase, non si pongono problemi di tutela dei creditori sociali, titolari di pretese prestabilite, il cui ammontare non è sensibile all’andamento dell’attività d’impresa. Nel momento in cui la società diviene insolvente, la prospettiva iniziale si rovescia: con lo spossessamento dell’impresa e la cessazione dell’incarico degli amministratori, i soci di maggioranza perdono il potere di controllo sulla gestione sociale, che viene affidata ad un organo terzo, il curatore fallimentare, e finalizzata alla conservazione della massa fallimentare, nonché alla tutela della par condicio creditorum. Nella prima parte del presente elaborato, si dimostrerà che il beneficio della responsabilità limitata per le obbligazioni sociali produce l’effetto collaterale di incentivare coloro che controllano la società a porre in essere comportamenti opportunistici nei confronti dei creditori sociali già in prossimità dell’insolvenza, nella cosiddetta “twilight zone”, quando la società si trova in uno stato di crisi non irreversibile. In assenza di una nozione legislativa dello stato di preinsolvenza, si cercherà di delimitare tale concetto in negativo, a partire dalla definizione dello stato di insolvenza dell’impresa societaria, e si analizzeranno le condizioni economiche che caratterizzano l’impresa in tale fase.Si osserverà poi che, per far fronte al problema della tutela dei creditori deboli che si manifesta al crepuscolo della vita societaria, il diritto societario predispone alcuni strumenti volti a limitare la libertà degli amministratori di perseguire esclusivamente la massimizzazione degli utili d’impresa. La maggior parte degli ordinamenti europei ha adottato la “strategia delle regole”, in base alla quale la tutela dei creditori è affidata in primo luogo alle disposizioni di tutela del capitale sociale che impongono agli amministratori il dovere di avviare la procedura fallimentare tempestivamente. Sono altresì presenti alcune norme imperative che impongono agli amministratori di tenere in considerazione gli interessi dei terzi allorché siano minacciate l’integrità patrimoniale e la sopravvivenza della società. In altri ordinamenti, tipicamente quelli di common law, è stato adottato un approccio più flessibile, basato su standard di gestione volti alla minimizzazione delle perdite per i creditori a partire dal momento in cui l’insolvenza appaia inevitabile. In un contesto normativo sovranazionale in cui le società godono della libertà di incorporazione e reincorporazione, le discrasie nella disciplina di tutela dei creditori sociali sono rilevanti per i creditori involontari o deboli. Pertanto, a partire dal riferimento al quadro normativo europeo, il presente lavoro prevede lo svolgimento di un’analisi comparatistica dei sistemi di doveri e responsabilità che il diritto societario italiano, tedesco e inglese impongono agli amministratori delle società di capitali all’avvicinarsi dello stato di insolvenza. Sebbene il diritto societario italiano non preveda in modo espresso alcuna disciplina dei doveri di gestione degli amministratori in fase di preinsolvenza, si verificherà se gli strumenti presenti nel nostro ordinamento risultino funzionalmente equivalenti all’istituto della responsabilità per wrongful trading di diritto inglese o per Insolvenzverschleppungshaftung di diritto tedesco.
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Abstract
Assuming that in the vicinity of insolvency creditors are much exposed to the risk of opportunistic behaviors because the gap between their interests and shareholders ones widens, it is important to find efficient rules which succeed in reducing the risk of company insolvency without representing excessive costs.
Thus, the present dissertation is aimed at researching thoroughly the directors’ duties and liabilities towards creditors that arise in the vicinity of insolvency, whose importance was stressed by the effects of the ECG case law on freedom of establishment.
In fact, Member States of the EU address directors’ duties in the vicinity of insolvency by using different mechanisms, which diverge from state to state according to domestic legal traditions.
Some legal systems try to solve agency problems between shareholders and creditors with ex ante mechanisms, while others use ex post mechanisms that apply only after the insolvency, normally belonging to “insolvency law”.
This work will address creditors’ power to file a claim against directors that caused capital inadequacy under Italian corporate law. Provided that such actions are filed too late, when the share capital has already been erased and the company is insolvent, the Italian rules will be compared with mechanisms provided by different legal systems, such as English case law concerning directors’ fiduciaries duties and their responsibility for wrongful trading and German Insolvenzverschleppungshaftung, by using a functional approach.
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