Riassunto analitico
Il presente elaborato affronta il tema delle crisi bancarie, dando particolare risalto al fallimento più clamoroso di un istituto di credito italiano: il Banco Ambrosiano. Come è noto, le crisi bancarie sono da sempre un fenomeno temuto e spesso oggetto di discussione, punti di vista e pareri discordanti. La banca funge da elemento cardine all’interno di un qualsiasi sistema economico, proprio in ragione della sua funzione principale: custodire i depositi e fornire liquidità a coloro che ne abbiano necessità. L’istituto creditizio come lo conosciamo oggi ha caratteristiche di base molto simili agli istituti di un tempo, ma non bisogna trascurare che le crisi bancarie che il settore porta sulle spalle lo hanno profondamente segnato. Molto spesso una crisi di ingente portata - come quella scoppiata negli Stati Uniti nel 2008 - viene usata come punto di partenza per modificare e implementare le normative in materia di risoluzione bancaria. Le cause che portano a situazioni di dissesto non sono sempre e univocamente condivise, anche se molto spesso il fattore scatenante è la corsa agli sportelli da parte dei depositanti, come nel caso della recentissima crisi nata in California e che ha visto come protagonista la Silicon Valley Bank. In Europa le crisi vengono gestite a partire da un modello comune, che fonda le proprie radici in una specifica direttiva europea, la 59/2014/UE, ossia la Banking Recovery and Resolution Directive, anche detta BRRD. Gli organi di vigilanza giocano un ruolo fondamentale, soprattutto a scopo preventivo. Gli strumenti utilizzati ai fini di una corretta gestione della crisi, o salvataggio quando possibile, sono i seguenti opposti: un salvataggio interno o privato (da parte di un altro istituto) - che nella maggior parte dei casi si individua con lo strumento del bail in - il quale dà la possibilità all’ente creditizio in dissesto di riprendere le sue funzioni senza gravare sulle tasche dei contribuenti, oppure, in alternativa, il più temuto strumento degli aiuti pubblici. Il fallimento del Banco Ambrosiano nel lontano 1982, che vede come protagonista Roberto Calvi, è sicuramente il caso di crisi bancaria più emblematico e pieno di interrogativi mai verificatosi in Italia. Affari loschi e oscuri oltre i limiti della legalità, le tante vicissitudini che lo hanno messo in relazione alla banca vaticana, sono solo alcuni dei tratti che lo hanno contraddistinto da molti altri casi di più classico dissesto. Moltissime sono state le ripercussioni sul Paese, non solo a livello economico e mediatico, ma anche politico e giuridico, data la fitta rete di società collegate alla principale. Ancora oggi sono tante le domande senza una risposta e i nomi senza un volto preciso.
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