Riassunto analitico
Stiamo assistendo ormai da molti anni alle numerose controversie sorte tra i consumatori e le loro associazioni con gli istituti di credito e le società finanziarie. Ci si interroga sul perché di questa situazione di conflitto e sul motivo di come sia sempre più evidente la perdita di fiducia nei confronti delle banche da parte dei consumatori. La necessità crescente di delineare un sistema di regole comuni a livello intracomunitario ha reso i mercati finanziari, assicurativi e bancari oggetto di attenzione considerevole da parte del legislatore, portando, altresì, dottrina e giurisprudenza a rivolgere maggiore attenzione a fenomeni di tipo finanziario. Scopo dI questa tesi è esporre e analizzare uno tra i fenomeni finanziari più meritevoli di evidenza, concernente il rapporto banca – cliente: l’anatocismo bancario che indica la capitalizzazione degli interessi maturati su una somma di denaro dovuta, con la conseguenza che gli interessi, una volta capitalizzati (cioè aggiunti al capitale), contribuiscono a loro volta a costituire la base di calcolo degli interessi successivi. Questa pratica è legittima nel nostro ordinamento nei limiti stabiliti dall’art. 1283 c.c. A fondamento del particolare interesse per questa fattispecie, vi è, certamente, l’esigenza di tutelare il cliente da eventuali fenomeni di tipo usuraio e altre forme di ingiustificato profitto da parte delle banche, a causa di una limitata trasparenza e una scarsa consapevolezza degli impegni contrattuali assunti. Nell’ambito di un contratto bancario, il cliente rischia di assumere il ruolo di contraente debole, maggiormente esposto al rischio di soccombere alla forza contrattuale della banca. Questo aspetto ha portato, indubbiamente, la clientela bancaria a porre maggiore attenzione ai costi e agli oneri posti a loro carico da parte degli istituti di credito.
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