Riassunto analitico
La scienza e la cultura tra Ottocento e Novecento, possiedono in sé caratteristiche interdisciplinari che permettono interessanti collegamenti fra storia, potere politico e forme ideologiche che hanno caratterizzato il divenire di questi due secoli: ciò ha fatto della società contemporanea quel laboratorio di idee che ha condotto a conseguenze sociali e individuali di vastissima portata. In questo senso, uno degli ambiti, in cui l’indagine del pensiero umano ha avuto parole del tutto nuove per le loro rivoluzionarie conseguenze, è stato senz’altro quello della indagine della psiche e della fondazione della psicoanalisi, sia come dottrina scientifica che come tecnica di scoperta e rivelazione dell’inconscio, delle sue dinamiche e delle sue caratteristiche peculiari. A questo proposito al pensiero di Freud si aggiunse poi quello dei suoi numerosi discepoli, tra cui spicca per attitudine Carl Gustav Jung, lo studioso più significativo nella contrapposizione teoretica al maestro, che nel cercare la conferma ad alcune teorie, si rivolge anche al pensiero antropologico, impegnandosi così nell’indagine della complessità dell’apparato sociale che l’uomo è arrivato a produrre. A cui seguono riflessioni sulla origine del mito, sulle sue interpretazioni e sui suoi significati, tratti in particolare dagli studi di James George Frazer - altra figura fondamentale del pensiero umano e scientifico del tempo. Prendendo quindi le mosse dal titolo, l’indagine si riferisce in particolare a quelle riflessioni che mettono in discussione le connessioni e le separazioni fra natura e cultura, che si propongono in particolare nella presa di posizione scientifica a proposito del tabù dell’incesto, e della capitale importanza che gli è stata attribuita. Importanza derivante dal complesso edipico, come elemento fondante sia in psicoanalisi, in funzione della costruzione teorica di Freud che lo pone, oltre che come cardine nella nascita della nevrosi, all’origine della coscienza morale, quindi civile. Sia in antropologia, per opera delle importantissime riflessioni a riguardo di Lévi-Strauss, che vede specificamente nel tabù, la linea di demarcazione fra natura e cultura. Sia nel capitolo specificamente dedicato alle Società Matriarcali che presumibilmente si situano all’origine del contesto sociale e ne definiscono, da questo punto di vista, un assetto profondamente diverso dalle società patriarcali che seguiranno e che in occidente faranno la storia e poi, la storia della colonizzazione culturale ed economica del mondo. E in riferimento alla parte fondamentale che hanno avuto le opere degli autori sopra citati, si cerca inoltre la disamina che ne fanno a proposito le riflessioni di Ludwig Wigttenstein e Bronislaw Malinowski. Per interessarsi infine della importanza della distinzione e della separazione, tra natura e cultura, una posizione peculiarmente occidentale che altri popoli non hanno avvertito come necessaria nel processo di traduzione, interpretazione e costruzione delle realtà. Per approdare ad un dibattito, sempre negli ambiti della natura e della cultura, dove il ruolo del tabù dell’incesto, insieme alla definizione e alla separazione tra il concetto di Natura e di Cultura esprimono l’importanza del loro contenuto psichico e del loro ruolo normativo, interessando profondamente e contemporaneamente, come si è già detto in precedenza, sia la psicoanalisi che la antropologia, e la filosofia, nella comparazione fra le diverse posizioni teoriche e i diversi tipi di realtà sociale prodotti dalla storia delle idee nel genere umano.
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