Riassunto analitico
Con l’apertura dei mercati a transazioni internazionali e con l’aumento di azionisti nella compagine sociale, le società ed i loro membri sono stati costretti a stabilire degli accordi fra i singoli e ad inserire delle clausole che limitassero la libera circolazione delle azioni. Fra queste spicca il diritto di prelazione che consiste nel diritto riconosciuto ad un azionista di “essere preferito ad altri nella vendita di azioni a parità di termini e condizioni”. Il presente progetto di tesi considera infatti il diritto di prelazione come quella clausola statutaria che caratterizza, ove previsto, i contratti commerciali fra azionisti nel caso di un trasferimento di partecipazioni societarie attraverso i “Share Purchase Agreements”. Il processo di vendita di azioni, così come previsto dalla legge, richiede la corretta stipula del contratto nel quale dovranno essere indicati anche gli oneri ed i doveri ai quali le parti dovranno attenersi. L’obiettivo della clausola di prelazione è quello di proteggere gli azionisti di una società; infatti, esso non deve essere inteso né come un obbligo ad acquistare le azioni in vendita né come un’offerta contrattuale, bensì come una semplice dichiarazione di intenzione a contrarre un eventuale accordo di vendita. In particolar modo l’elaborato spiega la clausola di prelazione ed il contesto generale in cui si applica, per poi soffermarsi sulla procedura legislativa di tre differenti stati in modo tale da approfondire come la suddetta clausola viene trattata nel contesto internazionale. Nello specifico, sono stati presi in considerazione tre stati ovvero Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Il paragone viene fatto analizzando tre diversi casi in cui le giurisdizioni di competenza dei tre paesi attuano le proprie disposizioni di legge. Attraverso questo lavoro è stato possibile evidenziare le maggiori differenze e somiglianze tra le suddette casistiche in relazione all’uso del diritto di prelazione.
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Abstract
With the opening up of markets to international transactions and due to the increasing of shareholders in businesses, companies and their members have required to sign shareholders’ agreement and insert clauses limiting the free transferability of their shares. One of the most common is the right of pre-emption, which allows a shareholder “to be preferred over others in the shares purchase on equal terms and conditions”.
In this work, the pre-emption right is termed as a statutory clause characterizing the commercial agreements between shareholders in the event of a transfer of company shareholdings through the “Share Purchase Agreements”. In accordance with the law, the process of selling an amount of shares requires a correctly executed agreement, which sets forth the duties and responsibilities of the parties involved.
Indeed, the main goal of the pre-emption clause is to protect company’s shareholders: it is a declaration of intent to enter into a future sale agreement, but it cannot be considered as an obligation to buy or a contractual offer. This project explains the pre-emption clause and the general context in which it applies; moreover, it highlights the legislative process in three different countries in order to see the clause validity in the international context. In particular, it takes into consideration three countries namely Italy, the United Kingdom and the United States of America whose jurisdictions provide for the application of statutory clauses.
Thereafter, the comparison highlights the three different cases in which the abovementioned jurisdictions implement their different legal provisions. This work outlines the major differences and similarities about how the foregoing countries apply the pre-emption right.
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