Riassunto analitico
L’imprenditoria italiana, è sempre stata costituita nella sua maggioranza da piccole e medie imprese, costituzione questa che è per certi versi vantaggiosa perché favorisce l’evolversi della creatività e concede una pronta risposta a nuove strategie di sviluppo attuate dal management, in situazioni critiche. D’altre parte però, quelle dimensioni aziendali, costituiscono un ostacolo per accedere all'innovazione e per dotarsi d’ingenti finanziamenti necessari a realizzare nuove strategie. Con i nuovi mercati di sbocco, e l’entrata di una moltitudine di concorrenti di vari settori ed industrie, la ridotta dimensione imprenditoriale, non consente più una crescita adeguata dell’azienda a passo con la congiuntura economica e le nuove regole di mercato. L’Italia, per integrarsi al meglio in questo nuovo scenario e competere anche a livello globale, ha negli ultimi anni compiuto una moltitudine di operazioni di fusioni e acquisizioni. La prevalenza per i deal domestici ha lasciato il posto ad operazioni cross-border sempre di più in crescita, per la necessità di esplorare non solo il tradizionale mercato europeo, ma anche quelli emergenti L’appeal esercitato dalle imprese di bandiera all'estero, ha acceso la curiosità di nuovi investitori, che attraverso le loro strategie d’integrazione, hanno conquistato posizioni importanti negli assetti proprietari delle imprese italiane. In questa sede la nostra attenzione porterà sull'industria del lusso e della moda italiano. Attraverso le diverse strategie di sviluppo del marchio, per farlo conoscere in mercati diversi da quello domestico, attraverso gli investimenti sul capitale umano, l’innovazione di prodotto e di processo, attraverso la delocalizzazione e le operazioni di fusioni e acquisizioni, queste imprese del lusso e della moda, sono riuscite in questi anni a ritagliarsi un posto sulla scena internazionale, soprattutto se ciò è avvenuto integrando imprese o gruppi già ben posizionati sulla scena internazionale,dotati di mezzi finanziari e capacità manageriali, necessari per una piccola impresa desiderosa di crescere a ritmi più sostenuti su larga scala. In questa sede,si vuole evidenziare in che modo i grandi gruppi leader del fashion and luxury industry, hanno preso di mira le imprese italiane facendone delle controllate d’alto profilo, sfruttandone le potenzialità per consentirne una migliore crescita. L’obiettivo è di evidenziare l’appeal che esercitano le imprese italiane del settore in oggetto, sui grandi gruppi stranieri ed in particolare sul leader mondiale dei beni di lusso Louis Vuitton Moet Hennessy. Questo studio vuole illustrare l’impatto delle imprese italiane nel portafoglio di questo gruppo, ma ancora di più nelle sue performance aziendali e cioè quanto vale il marchio Made In Italy per quel gruppo straniero. Inoltre, si vuole anche verificare se quelle aggregazioni, rappresentano un vantaggio o un handicap per la target italiana, ovvero l’acquisizione di un’impresa italiana del lusso da parte di LVMH, modifica in qualche modo la sua performance?
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