Riassunto analitico
ABSTRACT La depressione maggiore è una malattia psichiatrica clinicamente complessa che coinvolge a pieno la sfera affettivo-emozionale, cognitiva e comportamentale. Tra le principali manifestazioni cliniche vi sono anedonia, alterazioni significative del tono dell’umore e delle funzioni neurovegetative, deficit cognitivi, sintomi che possono presentarsi con estrema variabilità da individuo a individuo, comportando in ogni caso una progressiva e significativa compromissione del funzionamento sociale e lavorativo della persona. I piccoli ma continui passi avanti che la comunità scientifica sta compiendo nell’approfondimento della conoscenza dei meccanismi biologici coinvolti nell’eziopatogenesi di tale disturbo stanno permettendo di tracciare con precisione quali siano i processi cellulari con un ruolo determinante nell’origine e nello sviluppo della malattia, permettendo di delineare strategie terapeutiche sempre più elettivamente mirate e per questo più efficaci. Negli ultimi anni, gli studi sulle basi neurobiologiche della depressione maggiore stanno puntando un’attenzione crescente ai mitocondri e al ruolo dei processi biologici da essi regolati nello sviluppo della malattia. Nello specifico, questi organuli intracellulari, notoriamente coinvolti nella produzione di energia cellulare, intervengono in numerosi processi biologici chiave, svolgendo un ruolo importante nel controllo dell’omeostasi del calcio e di diverse vie intracellulari, del metabolismo ossidativo e dell’apoptosi. Si tratta di funzioni fondamentali a livello del sistema nervoso per la modulazione della plasticità e dell’attività neuronale, della neurogenesi, nonché nella prevenzione o riparazione dei danni cellulari. Diversi studi hanno evidenziato e dimostrato quanto la disfunzione dei mitocondri a livello sia morfologico/strutturale sia funzionale determini una seria compromissione dell’omeostasi cellulare attraverso un calo nella produzione di energia cellulare e un aumento dello stress ossidativo, della neuroinfiammazione e dell’apoptosi con conseguenze negative a livello del sistema nervoso centrale. In questo scenario, la ricerca scientifica si sta focalizzando sempre di più su interventi terapeutici e/o preventivi in grado di modulare la funzionalità mitocondriale allo scopo di migliorare l’outcome clinico. All’interno di questo lavoro di tesi, sono state riportate le recenti evidenze precliniche e cliniche sulla relazione tra la disfunzione mitocondriale e il disturbo depressivo maggiore. Inoltre, in tale prospettiva, sono state analizzate le ipotesi terapeutiche ad oggi disponibili in grado di agire sulla funzionalità mitocondriale a diversi livelli molecolari. Un focus particolare è stato dedicato alla farmacoterapia e alla capacità di alcuni farmaci antidepressivi di influenzare l’attività mitocondriale con effetti terapeutici, ma anche potenzialmente tossici.
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