Riassunto analitico
La presenza di molteplici lingue in un’opera letteraria che verrà tradotta non è mai un ostacolo facilmente superabile, tantomeno qualora una di queste lingue sia quella verso cui la traduzione verrà realizzata. Questa tesi tratta esattamente di questo problema: della presenza della lingua di arrivo nel testo di partenza, nonché, in generale, dei diversi modi in cui il multilinguismo può essere gestito traducendo. Come punto di riferimento esemplificativo, il romanzo di Dan Gunn The Emperor of Ice-Cream è più che adatto, dal momento che benché la lingua principale usata per la narrazione sia l’inglese, presenta anche svariati casi di scozzese e italiano. È fornita anche una traduzione verso l’italiano del Capitolo 41 del romanzo, al fine di affrontare i fattori più impegnativi da tradurre, siccome questo specifico capitolo non solo include tutte e tre le lingue, ed è quindi il pretesto perfetto per un dibattito sulle teorie di traduzione, ma fa anche uso di una formulazione abbastanza ambigua da lasciare parecchio spazio all’interpretazione. Un quadro generale della storia scozzese e italiana che faccia riferimento al numero considerevole di persone italiane in Scozia è quindi presentato, così come l’illustrazione della conseguente strategia traduttiva che ho ritenuto più funzionale per questo romanzo e questa tesi, seguita dalla traduzione stessa. La questione dell’interpretazione è un elemento altrettanto centrale per questa dissertazione, poiché è esaminato nel dettaglio sia attraverso le argomentazioni teoriche di Lawrence Venuti, che la sua relazione con la fedeltà e la questione dell’autorità del traduttore, che i principi di Antoine Berman riguardanti la traduzione. Essendo il linguaggio utilizzato un fattore fortemente influente sulla lettura personale che un traduttore ha di un’opera letteraria, questa tesi tratta anche di come il contesto linguistico della cultura d’arrivo può toccare il prodotto finale, così come le restrizioni imposte sul linguaggio dal periodo storico, le differenze di idiomi ed espressioni tra la lingua di partenza e quella di arrivo, e la presenza di errori ortografici che potrebbero essere o non essere intenzionali. Un ulteriore approfondimento su questi aspetti è fornito dallo stesso Dan Gunn, il cui punto di vista riguardo il metodo traduttivo, il binarismo interpretazione-intenzione dell’autore, e la formulazione delle frasi è illuminante e rende possibile una versione rivista della traduzione iniziale. Questa tesi, dunque, rappresenta quanto sfaccettata sia la traduzione, e quanto attento debba essere il traduttore nel corso dell’intero processo, dall’inizio alla fine.
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Abstract
The presence of multiple languages in a piece of literature that is going to be translated is never an undemanding task to accomplish – least of all when one of those languages is that towards which the translation will be achieved. This thesis addresses precisely this issue – the presence of the target language in the source text – as well as, overall, the different ways in which multilingualism can be handled in translation.
As an exemplificative point of reference, Dan Gunn’s novel The Emperor of Ice-Cream is more than ideal, since although the main language used for the narration is English, it does also present several occurrences of Scots and Italian. A translation into Italian of Chapter 41 of the novel is also provided, with the purpose of addressing the most challenging factors for translation, as this specific chapter not only includes all three languages, and is therefore the perfect pretext for a discussion on translation strategies, but also makes use of a wording that is ambiguous enough to leave quite a bit of room for interpretation.
An overview of Scottish and Italian history addressing the considerable number of Italian people in Scotland is therefore presented, as well as the illustration of the resulting translating approach I found most functional for this novel and this thesis, followed by the translation itself. The matter of interpretation is also a key element of this dissertation, as it is examined at length both through Lawrence Venuti’s theoretical arguments, its relationship with fidelity and the question of the translator’s authority, and Antoine Berman’s principles regarding translation. A greatly influential component on a translator’s personal understanding of a piece of writing being the language used, this thesis also discusses how the linguistic background of the target culture can affect the finished product, as well as the restrictions imposed on the language by the time period, the differences in idioms and expressions between the source and target language, and the presence of orthographic mistakes which may or may not be intentional.
Further insight on these aspects is provided by Dan Gunn himself, whose point of view on the method of translation, on the binary of interpretation and authorial intent, and on verbalization, is illuminating and allows for a revised version of the initial translation.
This thesis therefore depicts how multifaceted translation is, and how careful the translator must be during the entire process, from beginning to end.
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