Riassunto analitico
L'Italia è uno degli ultimi paesi europei a non prevedere l’educazione sessuale nelle scuole, insieme a Cipro, Lituania, Bulgaria, Polonia e Romania. Nella Dichiarazione dei Diritti Sessuali, proclamata nel 1997, la WAS sancisce il diritto “[...] all’istruzione e [...] ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente” (WAS, 2014 [1997], p.3). Questo lavoro di tesi dà conto dell’urgenza di introdurre l’educazione sessuale tra le priorità istituzionali e del curricolo scolastico italiano, attraverso una restituzione in chiave intersezionale della letteratura internazionale e della prospettiva europea, che delineano un approccio comune di promozione del tema sin dalla prima infanzia. In quest’ottica si propone un’analisi dei discorsi politico-culturali e delle ragioni sociali che supportano la necessità non negoziabile di investire sull’educazione sessuale per costruire una società più equa. Assumendo la lente interpretativa della pedagogia impegnata e intersezionale (hooks, 2020), si sceglie di utilizzare un linguaggio neutro (ə per il singolare inclusivo -femminile, maschile, non binario- ed з per il plurale inclusivo) e di avvalersi di un impianto metodologico prettamente qualitativo, delineato dalla triangolazione di vari strumenti e metodi, a partire dalla Grounded Theory costruttivista (Charmaz, 2014; Bianchi 2019). I fatti di cronaca e i dati riportati raccontano di una realtà profondamente razzista e sessista e di un sistema scolastico incapace di cogliere il mandato di cambiamento sociale che gli spetta. Gli scritti di bell hooks espongono in modo inequivocabile la natura politica dell’educazione, come spazio di co-costruzione di un sapere nuovo, capace di dare voce anche alle minoranze. Le ragioni pedagogiche per cui l’educazione sessuale si è rivelata adatta ed efficace sin dai primi gradi di scuola, mettono in evidenza l’incidenza che il benessere psicofisico (di cui una vita affettiva sana è fattore integrante) dellз alunnз ha sul loro stesso apprendimento. Lo sviluppo di competenze prosociali, quali l’empatia, la collaborazione e la responsabilità sociale, è da implementarsi già nella fascia 0-6, con l’obiettivo di formare cittadinз consapevolз e rispettuosз. Eppure, la normativa italiana non si trova in linea con quanto dimostrato dalla ricerca, rispecchiando, in questo ambito, un ritardo pedagogico che è sintomo della mancanza di una volontà politica. Nel tentativo di sollecitare una riflessione nel discorso educativo, si analizzano le offerte che alcuni paesi hanno recentemente elaborato rispetto alla sessualità, evidenziando l'approccio olistico e inclusivo che li accomuna. La lotta alle discriminazioni, la promozione di consapevolezza e co-responsabilità verso sé stessз e lз altrз e l’apertura del sistema binario a nuovi punti di vista restituiscono un’idea del clima in cui si sviluppa la narrativa internazionale. Il lavoro di selezione e studio della Letteratura scientifica converge, infine, nell’elaborazione di un’UdA che esplora alcuni aspetti dell’educazione sessuale. Si tratta di una proposta rivolta tanto allз studentз quanto aз agentз educativз che ne sostengono il percorso di apprendimento, riconoscendo l’importanza di promuovere interventi formativi che favoriscano la messa in discussione dei meccanismi di potere egemonici. In questo senso si rivela necessario che le figure educative sappiano agire con riflessività rispetto alle proprie credenze, con l’obiettivo di assumere coscienza degli stereotipi e dei pregiudizi che le sostengono e, finalmente, poterle modificare. Si tratta di un processo di decostruzione personale e sociale, che vede cadere l’approccio “paternalistico” tipico delle istituzioni occidentali, per poter accogliere sinceramente le diversità e proporre un’educazione sessuale inclusiva.
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