Riassunto analitico
Il lavoro di tesi nasce dalla volontà di approfondire le mie conoscenze verso la sordità, una disabilità alla quale, oggi, sono legati ancora molti stereotipi e tanta disinformazione. Tale interesse, nei confronti di questa tematica si è sviluppato in seguito ad un’esperienza di vita professionale che mi ha permesso di incontrare, per la prima volta, un bambino con sordità. Nel primo capitolo viene delineato il percorso di emancipazione della persona con disabilità attraverso l’analisi di quattro modelli diversi legati a quest’ultima. Vengono descritti, inoltre, due strumenti elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al fine di migliorare la qualità delle diagnosi relative a specifiche patologie. Infine, viene riportato un breve excursus sulla normativa scolastica che ha interessato gli alunni con disabilità dagli anni ’60, con una logica prevalentemente separatista, fino ad arrivare ai giorni nostri con una prospettiva sempre più integrativa e inclusiva. Nel secondo capitolo viene approfondita la sordità sotto differenti aspetti: inizialmente viene definita e classificata dal punto di vista medico-clinico, sottolineando l’importanza della prevenzione mediante lo screening audiologico neonatale. Lo screening permette infatti di identificare precocemente la presenza di eventuali disturbi uditivi e attuare una tempestiva protesizzazione acustica. Quest’ultima prevede l’utilizzo e/o l’impianto di differenti tipologie di dispositivi di ascolto assistito: gli apparecchi acustici e l’impianto cocleare. Nel capitolo vengono descritti, inoltre, la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e i differenti metodi riabilitativi utilizzati per l’educazione al linguaggio del bambino sordo. Infine, viene fatto un breve excursus storico sull’educazione dei Sordi fino ad arrivare al giorno d’oggi con la fondazione dell’Ente Nazionale Sordi. Nel terzo capitolo vengono riportate le buone pratiche da adottare per favorire l’integrazione di un alunno con sordità nella scuola primaria; le buone pratiche sopracitate valgono anche per gli alunni con altre disabilità. Esse sono riconducibili alla presenza di determinate figure professionali (insegnante di sostegno, educatore professionale socio-pedagogico, assistente alla comunicazione); sono inoltre fondamentali per la creazione di un clima positivo all’interno del contesto classe. Sono connesse alla capacità da parte del docente specializzato di instaurare una relazione d’aiuto con l’alunno con disabilità, al fine di costruire un Piano Educativo Individualizzato adatto per quest’ultimo, e, infine, alla possibilità di lavorare in rete costruendo una solida alleanza tra scuola, famiglia ed Enti presenti sul territorio. Nel quarto e ultimo capitolo viene descritta un’esperienza di tirocinio svolta all’interno di una classe prima della scuola primaria. Dopo una breve descrizione del contesto classe e delle relazioni tra gli alunni, vengono definite le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del percorso, insieme agli obiettivi didattici di quest’ultimo. Tale progetto nasce dalla volontà di sperimentare, nell’agire pratico, attraverso il tema della diversità, il tentativo di integrare un’alunna con sordità, consentire ai compagni di quest’ultima di relazionarsi maggiormente con lei e aumentare i momenti di attività collaborative tra tutti gli alunni della classe. A seguire, vengono elencate le differenti fasi di lavoro che comprendono attività di tipo laboratoriale, cooperativo e di tutoraggio fra pari, accompagnate da momenti di confronto e discussione a grande gruppo. Vengono descritti, inoltre, la valutazione e gli strumenti di verifica utilizzati durante il percorso. Infine, viene riportata la testimonianza di una studentessa universitaria sorda riguardo alla propria esperienza d’integrazione nella scuola primaria.
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