Riassunto analitico
Introduzione
A partire dagli ultimi anni del secolo scorso, il comparto assicurativo appare sollecitato dall’immissione nel mercato di una grande quantità di prodotti che, pur se emessi dalle imprese del settore, si discostano profondamente dall’attività che tipicamente si suole riferire alle stesse . L’apertura del settore assicurativo ai prodotti finanziari ha modificato il ruolo degli operatori, non più dediti solo alla gestione dei rischi trasferiti loro dagli assicurati, aggiungendo all’attività primaria altre attività, legate all’emissione di prodotti con spiccata natura finanziaria e di investimento. La tradizionale definizione di assicurazione sulla vita si riferisce a prodotti che presentano una funzione tipicamente previdenziale e il relativo rischio a carico dell’impresa di assicurazione. Col passare del tempo, sempre più prodotti assicurativi hanno visto crescere la loro componente finanziaria e questo perché, a causa dell’inflazione, il pubblico ha lamentato la progressiva erosione dei premi versati, abbandonando tali forme di previdenza . Le compagnie di assicurazione hanno risposto a questa tendenza creando prodotti come le polizze linked: nuovi tipi di contratti assicurativi in cui le prestazioni risultano collegate a quote di fondi di investimento o a indici azionari e altri valori di riferimento, per cui è chiara la prevalenza della componente finanziaria e del relativo rischio, ora a carico dell’assicurato . Sono prodotti conosciuti come misti assicurativi-finanziari, poiché racchiudono caratteristiche dell’uno e dell’altro settore. Proprio per questo motivo è difficile isolare una componente prevalente e di conseguenza ci si chiede quale sia la disciplina applicabile. È con il D. Lgs. 58 del 1998 (TUF), che fornisce la nozione di prodotti finanziari definendo tali “gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria ” , che viene prevista l’applicabilità della disciplina relativa ai mercati finanziari a tutti gli strumenti con finalità di investimento e quindi anche ai prodotti misti assicurativi-finanziari . Per la loro natura ibrida, tali prodotti sono stati e sono tuttora altamente discussi, innanzitutto sotto il profilo della qualificazione giuridica, e in secondo, e non meno importante, luogo dal punto di vista della tutela del risparmiatore, il quale, al momento della decisione di investimento trova difficoltà nel raccogliere e comprendere le informazioni, difficoltà che può minare l’efficienza dei mercati finanziari e condurre a situazioni svantaggiose per il contraente che si ritroverebbe esposto a perdite inconsapevoli. Sorge, allora, il bisogno di tutelare in maniera adeguata il risparmiatore, di modo che sia sempre correttamente informato sulle caratteristiche dei prodotti che gli vengono proposti e possa prendere le proprie decisioni di investimento consapevolmente. L’accrescersi del rischio finanziario a carico dell’assicurato, quindi, ha portato a un importante sviluppo normativo, già con la legge 262/2005 (c.d. legge sul risparmio ) e successivamente con l’emanazione del Codice delle Assicurazioni (d.lgs. 209/2005), estendendo ai prodotti assicurativi gli obblighi informativi relativi ai prodotti di investimento. Tali obblighi rappresentano un tassello importante nella disciplina dei servizi di investimento e di conseguenza anche della distribuzione dei prodotti finanziari-assicurativi. Questo lavoro si pone l’obiettivo di analizzare la natura di tali prodotti ibridi, la cui comprensione è indispensabile per individuare la disciplina cui sono sottoposti e gli effetti che nel corso del tempo ha avuto l’evoluzione normativa (fino ad arrivare alla più recente normativa IDD) sulla tutela dei diritti del risparmiatore, tenendo presenti gli obblighi informativi cui sono tenuti gli intermediari che si occupano della distribuzione dei prodotti assicurativi-finanziari.
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