Riassunto analitico
Abstract Lo scenario internazionale è caratterizzato da molteplici fattori di instabilità. Tra questi non si può non considerare quelli derivanti dalla minaccia terroristica. Come noto, il terrorismo è già da tempo una minaccia per tutti gli Stati, ma specialmente dopo l'attacco al World Trade Center di New York, esso è diventato la maggiore sfida a livello internazionale. Eliminare le radici del terrorismo in quei paesi dove esso ha maggior consenso tra la popolazione civile, attraverso un miglioramento delle condizioni economiche e politiche o attraverso una maggiore educazione, è una strada efficace ma che richiede molto tempo. Nel breve periodo bisogna sfruttare, quindi, altri strumenti: dato che anche le organizzazioni terroristiche hanno bisogno di fondi per mantenersi in vita, intercettare e prosciugare i fondi ad esse destinati sembra essere una strategia promettente. La forte relazione tra terrorismo e finanziamento del terrorismo chiama in causa l'uso inadeguato degli intermediari e, quindi, del sistema finanziario nel suo complesso. Gli intermediari finanziari svolgono, infatti, un ruolo di primaria importanza nel prevenire l'uso del sistema finanziario a fini di finanziamento del terrorismo: essi devono implementare soluzioni per presidiare e mitigare i rischi di finanziamento delle attività criminali, in linea con la dinamicità dei mercati, con lo sviluppo della clientela e dei prodotti offerti. La recente globalizzazione che ha interessato i mercati finanziari e la crescente minaccia terroristica rendono impensabile affrontare il problema con sole misure nazionali. A tal proposito, ci sono vari organismi internazionali (il FATF-GAFI, il gruppo Egmont, ONU) che dettano raccomandazioni, le quali devono essere implementate in modo efficace da ogni nazione, per far sì che si verifichi il cosiddetto “level the playing field”. Esse si focalizzano, oltre che su aspetti specifici del finanziamento del terrorismo, sulla valorizzazione del patrimonio informativo degli intermediari finanziari e sulla condivisione delle informazioni tra i vari operatori, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Questa tesi sarà articolata come di seguito. Nel primo capitolo viene esaminata la fattispecie del finanziamento del terrorismo, che dopo essere stato analizzata è messa a confronto con il riciclaggio. Sia il riciclaggio che il finanziamento del terrorismo sono in analogamente disciplinati, sia dal legislatore nazionale sia da quello europeo. È dunque interessante verificare quali siano le principali analogie e differenze, verificando in tal se e perché sia opportuno regolare i due fenomeni con le medesime regole. Il capitolo due si focalizza sulle procedure di adeguata verifica della clientela cui sono tenuti gli intermediari, relativamente alle sole operazioni di finanziamento del terrorismo. Si tratta di procedure indirizzate a determinare il grado di rischio di ciascuna operazione ed a consentire la maggiore trasparenza possibile in relazione alle attività eseguite tramite intermediari. Nel momento in cui l'intermediario abbia una relazione d'affari con un cliente ad alto rischio di finanziamento del terrorismo e vi siano delle anomalie riconducibili all’operato di quest’ultimo, l’intermediario è obbligato ad effettuare una segnalazione alla UIF. Quest'ultimo aspetto viene trattato nel terzo capitolo, nel quale saranno anche analizzati alcuni casi, realmente avvenuti, di finanziamento al terrorismo.
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