Riassunto analitico
L’elaborato ha, come principale fulcro d’interesse, la povertà e le svariate modalità di intervento volte a contrastarla, con un particolare approfondimento sugli empori solidali come risposta innovativa. L’attenzione verso tale modello ha messo in luce un nuovo orientamento nei confronti delle persone in stato di povertà. La trattazione è strutturalmente suddivisa in due parti: una iniziale e teorica dove si pone come obiettivo un necessario approfondimento sul tema della povertà dal punto di vista concettuale, indagandone prima la sfera definitoria, poi le misure d’intervento sul piano nazionale e sociale, soffermandosi inoltre sull’attivazione della comunità volontaria nella lotta alla povertà. Un dovuto approfondimento è stato inoltre mosso nei riguardi della personale attivazione delle persone in condizione di deprivazione, analizzando varie forme di agency che possono essere attuate e promosse. Una seconda parte è invece relativa alla ricerca sul tema degli empori, condotta prediligendo metodologie a stampo qualitativo. Questa parte dell’elaborato è stata strutturata a partire da un’indagine sviluppata in un arco di tempo lungo oltre un anno: da gennaio 2017 a marzo 2018. Oltre all’osservazione partecipante interna al contesto dell’emporio solidale Dora, si è sentita l’esigenza di conoscere il punto di vista dei volontari, in particolar modo facenti parte dell’area accoglienza: per loro è stata scelta la tecnica dell’intervista individuale semi-strutturata. Si è tornati ad utilizzare lo strumento dell’intervista semi-strutturata anche per approfondire le informazioni sull’emporio di Reggio Emilia - intervistandone la coordinatrice – e per indagare le realtà circostanti, incontrando i coordinatori degli empori di Modena e Parma. Per intervistare infine alcuni dei beneficiari di Dora, si è scelto di sottoporli alla modalità - più narrativa e confidenziale - delle storie di vita. A tutto ciò si aggiunge naturalmente la raccolta e analisi della documentazione e dei dati statistici relativi sia ai beneficiari che ai volontari. Ciò che emerge da quanto elaborato rispetto all’emporio reggiano è l’investimento nel mandato educativo e sociale, che si sostanzia nella scelta – unica almeno a livello regionale – di prevedere la presenza costante di una figura educativa all’interno dell’emporio. Dora si distingue quindi per la co-costruzione di un progetto educativo da parte dell’assistente sociale, dell’educatore e della persona che ne beneficia. Ciò al fine di aiutare la famiglia in difficoltà non soltanto attraverso un sostegno alla spesa, ma investendo su progetti individualizzati volti al recupero dell’autonomia attraverso la promozione dell’agency che permette un’opportunità di risalita dalla condizione avversa. L’esperienza di Dora insegna che la povertà si può affrontare in molti modi, dai più tradizionali ai più nuovi e originali, ma spesso la chiave di volta è l’approccio al problema: in questo senso è essenziale affiancare la persona in difficoltà alla scoperta delle personali capacità in essere o in potenza, promuovendo percorsi volti all’esercizio delle proprie responsabilità e alla riconquista della dignità: non bisogna mai dimenticare poi la dimensione prospettica, di modo che il lavoro educativo possa avere un’eco positiva anche sulla progettazione di vita futura, utile a mantenere lo stato di benessere e a prevenire eventuali ricadute. Al contempo, è essenziale educare la comunità volontaria dell’emporio ad essere ricettiva, rispettosa e accogliente, poiché l’incontro non si limiti a uno scambio circostanziale, ma siano poste le basi per relazioni significative, in grado di risultare reciprocamente generative.
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