Riassunto analitico
Il tema dell’affidabilità dei risultati contabili e, in termini più generali, della qualità degli earnings è da diversi anni molto avvertito nell’opinione pubblica in seguito ai noti scandali finanziari che hanno investito importanti realtà aziendali, come Parmalat, Cirio, Ernon o Kanebo che poco prima della manifestazione della crisi presentavano all’esterno una situazione economico-finanziaria abbastanza stabile. Pertanto, questi accadimenti hanno messo a dura prova l’attendibilità e l’utilità dell’informativa contabile, nonché del bilancio che costituisce la principale fonte di comunicazione per gli stakeholders esterni. In alcuni casi, le informazioni comunicate dalle aziende, specialmente di quelle quotate in Borsa, vengono utilizzate come strumento per impressionare positivamente il mercato, rappresentando una situazione economico-finanziaria apparentemente migliore rispetto a quella effettiva, con una conseguente generazione di aspettative da parte degli investitori che non sempre vengono soddisfatte. Tuttavia, capire in che modo e in quali circostanze il management adotti queste tecniche sleali e opportunistiche risulta uno dei compiti più difficili da effettuare per gli analisti aziendali. Gli studi di earnings management si propongono di stabilire le motivazioni e le modalità in cui la discrezionalità, lasciata agli amministratori durante il processo di redazione del bilancio, venga utilizzata impropriamente per raggiungere obiettivi personali che raramente coincidono con quelli aziendali e dei vari utilizzatori esterni. In altre parole, il seguente lavoro di ricerca ha ad oggetto un fenomeno molto diffuso nelle realtà aziendali che è l’earnings management, ovvero una particolare politica di bilancio attuata dai manager per massimizzare la loro utilità e finalizzata a manipolare i risultati contabili e, quindi, la qualità degli utili.
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