Riassunto analitico
Lo scopo del mio elaborato è quello di offrire un supporto valido per la comprensione delle norme che tutelano la privacy e il trattamento dei dati personali. Inoltre, si pone come obiettivo di ricerca l’osservazione degli effetti della digitalizzazione che ha influito sulla creazione di un numero svariato di dati personali, i quali necessitano di un’adeguata tutela. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una rivoluzione del campo della fruizione e digitalizzazione dei dati personali, grazie ai rapidi progressi scientifici e informatici. L’evoluzione digitale e tecnologica ha portato un notevole incremento della quantità di dati, che si prevede saranno sempre più in crescita nel futuro. Da una parte, tale progresso ha consentito all’uomo, di ampliare lo spazio per esprimere le sue opinioni e credenze, potenziano quella che è la sua libertà personale, dall’altra parte, tale capacità si è rilevata un meccanismo spesso fuori dal controllo dell’individuo, il quale assiste ad utilizzo spesso inconsapevole di una mole di dati sui quali non ha più il controllo. In particolare grazie all’esplosione del fenomeno dei social network i dati sensibili degli utenti e le loro opinioni, vengono caricate su plurime piattaforme, differenti ma tra loro collegate, nei quali i confini della privacy si confondo e si dematerializzano. La mole dei dati che fruisce costantemente tra la rete è al sicuro? Il loro utilizzo è consapevole e controllato? Per rispondere a queste domande ho svolto un’analisi sulle discipline in materia dei dati personali in Europa e negli Stati Uniti d’America, potendo così constatare che l’utilizzo stesso è spesso sproporzionato, in eccesso, rispetto al fine perseguito e non sufficientemente garantista nei confronti del diritto di riservatezza del singolo che finisce per essere un mero bene giuridico solo alle volte, e solo in parte, tutelato. Dalla mia analisi è emerso che (purtroppo) allo stato attuale non si può identificare una legislazione internazionalizzata in materia di protezione dei dati personali, ma ci si può solo accontentare di una gestione degli stessi a livello di unione tra determinati stati. Tale fenomeno scaturisce inevitabilmente confusione a livello giuridico, creando un ostacolo agli scambi commerciali tra stati. La difficoltà di raggiungere un accordo generalizzato in materia deriva dal fatto che la questione giuridica che ne è alla base si presta a differenti interpretazioni implicitamente connesse alla visione morale ed etica che si cela dietro all’utilizzo stesso: è alle volte una questione di diritti fondamentali, di facoltà di riservatezza mentre, altre volte diviene una questione di sicurezza nazionale, di pubblicità o di diritto d’espressione. In Europa, grazie alla dottrina maggioritaria, il diritto alla privacy si è evoluto fino a ritenerlo un diritto inviolabile della persona, tutelato dall’art.2 della Costituzione.
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Abstract
Il mio elaborato attraverso l’analisi dell’evoluzione della tutela del trattamento dei dati si pone l’obiettivo di sottolineare la necessità di una loro tutela adeguata e proporzionata degli stessi, che varchi i confini geografici degli stati sulla base del fatto che il diritto alla privacy rientra tra i diritti fondamentali dell’individuo e pertanto non può soccombere alla geolocalizzione dei fruitori degli stessi. Il mio intento però non si presenta privo di criticità e problematicità, legate non solo al modo di considerare la privacy e al grado di intensità di tutela che si vuole garantire alla stessa, ma anche legate alle modalità procedurali di affrontare la disciplina, risultando così che gli ordinamenti in cui la riservatezza della persona non assume un ruolo fondamentale sono anche coloro che regolano la materia sulla base della mera interpretazione giurisprudenziale nel tempo consolidatosi (common law), al posto di chi, invece, si pone come obiettivo la definizione di una solida disciplina ex ante, intesa come norma generale e astratta che possa essere applicata ad una molteplicità di singoli casi concreti (civil law).
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