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La presente tesi analizza la capacità della Disney di sapersi reinventare di fronte non solo alle esigenze del mercato ma anche e soprattutto ai valori di una società in continua evoluzione. Si tratta quindi di un excursus della produzione disneyana dalle primissime realizzazioni ai più recenti live action per dimostrare come la Mouse House sia sempre stata in grado di essere al passo coi tempi.

Nel primo capitolo si ripercorre la storia della Disney dai primi cortometraggi di Topolino fino alle recentissime produzioni in computer grafica. Questo percorso non è sempre stato lineare: anche gli insuccessi tuttavia hanno comunque contribuito alla capacità della Disney di restare competitiva sul mercato nonostante la concorrenza di altri giganti del settore.

Il secondo capitolo dedica il giusto spazio al cinema d’animazione nel suo complesso. Viene dedicato uno specifico sotto paragrafo alle sue origini, con lo scopo di precisare come effettivamente da esso siano partite molte fra le maggiori ricerche tecniche che hanno tracciato la storia del cinema in generale. La seconda parte invece offre una panoramica sulle case di produzione che attualmente si occupano d’animazione. Particolare attenzione viene dedicata alla Pixar in quanto acquisita dalla Disney nel 2006.

Il terzo capitolo tratta della Disney oltre l’animazione. Viene analizzando il rapporto tra la casa di produzione e il cinema dal vero, settore nel quale è sempre stata attiva. Non meraviglia quindi il confluire delle due tecniche – animazione e cinema dal vero – nei moderni live action. Ad alcuni di quest’ultimi viene dedicata un’analisi specifica in quanto in essi si concretizza, oltre al sopracitato sforzo di fusione, anche la capacità della Disney di reinterpretare i proprio classici d’animazione in chiave realista e moderna attraverso l’impiego di attori in carne in ossa.

This final paper aims at analyzing Disney’s ability to reinvent itself in order to face not only market requirements but also and above all the values of a continuing evolving society. It is an excursus of Disney’s production from its very first cartoons to the latest live action to demonstrate how the Mouse House has always been able to keep pace. In the first chapter Disney’s history is revisited so as to see how it has evolved from its first Mickey Mouse’s short films to the most recent production in computer generated image. Even if this journey has not always been a linear one, the setbacks too have, however, contributed to Disney’s skill to stay competitive on the market. This is especially remarkable if we consider how big its competitors have been. The second chapter focuses on animated production in its complex in a dedicated paragraph which deals with its origins. The aim is pointing out how major technical researches that traced cinema’s history actually came from it. The attention then moves to contemporary American cinema. An overview is offered on the production Studios that currently deal with animation and specifically on Pixar since it was acquired by Disney in 2006. The third chapter is about Disney beyond animation. It analyzes the relationship between the production house and live action cinema, branch in which it has always been active. So, the merge of these two techniques – animation and live action – in modern films does not amaze. To each of those movies is dedicated a specific analysis. In them the spectator witnesses the materialization of the mention fusion effort: real actors contribute to the reinterpretation of animated cartoons in a realistic and contemporary way.