Riassunto analitico
Il progetto di ricerca concerne la possibilità di un intervento penale a tutela della concorrenza. Si tratta di un tema complesso, poiché collide frontalmente con la diffusa opinione secondo cui concorrenza e diritto penale siano termini inconciliabili fra di loro, essendo il primo esclusivo oggetto di studio del non penale. Eppure, a ben vedere, la situazione è, invero, diversa, poiché alcune fattispecie tutelano espressamente la concorrenza, quali l’art. 513 bis cp o l’art. 2635, ultimo comma, cc, mentre altre fattispecie incriminatrici, che apparentemente nulla hanno a che vedere con la tematica in esame, una volta analizzate con più attenzione, svelano scenari rimasti in penombra, avendo come bene occulto proprio la concorrenza, che riceve così una tutela mediata. La conseguenza di questa situazione è solo una: la normativa vigente genera inevitabilmente un sistema totalmente irrazionale sicché la riconduzione a razionalità diventa necessaria. Qualsiasi tentativo di riconduzione a razionalità deve prendere le mosse dall’eredità di Franco Bricola e deve interrogarsi innanzi tutto sulla concorrenza come bene giuridico dotato di rilevanza costituzionale. A ciò è intenzionalmente dedicato il primo capitolo, che si sofferma, dapprima, sui capisaldi del fondatore della scuola bolognese per poi giungere, successivamente, alla descrizione della concorrenza come bene giuridico ed, infine, alla rilevanza costituzionale della stessa. Nel porre la prima pietra dell’intera ricostruzione, come un funambolo, si è cercato di mantenere l’equilibrio tra il necessario approfondimento degli istituti richiesto e la fondamentale esigenza di non dispersione, di realizzare, in altre parole, un’opera di sintesi focalizzata sulla concorrenza quale bene giuridico dotato di rilevanza costituzionale. Un approccio diverso da quello descritto non sarebbe rispetto del cosiddetto mos italicus del diritto penale. Allo studio della legislazione italiana è, invece, volto il secondo capitolo: l’individuazione del bene giuridico concorrenza consente di individuare la legislazione vigente, mettendone in evidenza i limiti, specie nell’applicazione giurisprudenziale. Il risultato di questa ricostruzione diventa, a sua volta, il punto di partenza del terzo ed ultimo capitolo avente ad oggetto la riflessione - condotta anche con cenni di diritto comparato (Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Germania, Francia), per la revisione del Codice, nella ferma convinzione che un intervento penalistico a tutela della concorrenza sia necessario ed auspicabile se dettato, in primo luogo, dal buon senso, che dovrebbe permeare la mente di ogni giurista.
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Abstract
The research proposal is about criminal law protection of competition law.
It’s a complex issue, because Italian conventional wisdom claims that competition law is incompatible with criminal law.
However, it is not true: there are some offences that are expressly or indirectly against competition (i.e. §513bis of Italian Criminal Code or §2635, paragraph 5 of Civil Code).
The consequence is the irrationality of the system of law and so a reforms is required.
Therefore, the first chapter outlines competition as value and legal priority with constitutional importance, according to the important basic principle of Italian criminal law by Franco Bricola theory.
The second section examines the aforementioned Italian offences, that are expressly or indirectly against competition.
Finally, the last sections investigates prospects for reforming criminal law on the subject of competition law and looks briefly at foreign law (UK, USA, Spain, Peru, French, German).
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