Riassunto analitico
Il battaglione Antonio Gramsci nacque dalla volontà di un ristretto gruppo di fanti ed artiglieri appartenenti al 127°-128° reggimento della Divisione Firenze, l’unica che riuscì a combattere fin dall’armistizio l’occupatore nazista, unendosi al fronte di liberazione nazionale albanese per combattere insieme il nazi-fascismo, riscattando l’onore dell’Italia e contribuendo attivamente alla liberazione dell’Albania. Il 10 Ottobre 1943 venne fondato il primo battaglione di soli italiani incorporato nella I brigata d’assalto albanese, nata appena 40 giorni prima, al quale fu concesso il privilegio di chiamarsi con il nome di un antifascista italiano “Antonio Gramsci” di origini albanesi.Grazie al contributo della Gramsci, dopo la liberazione dell’Albania, fu possibile la creazione del circolo “Garibaldi” il primo strumento adoperato poi dal governo italiano per il rimpatrio di civili e militari presenti in Albania. Nelle prime settimane di marzo del 1945 fu inviata a Tirana la missione dell’Onorevole Mario Palermo, sottosegretario alla guerra, incaricata di riallacciare i rapporti diplomatici tra Italia e Albania. L’eroismo della Gramsci e l’ammirazione che la popolazione e i partigiani albanesi tributarono a questo battaglione italiano, rappresentò un valido deterrente alle richieste a tratti pretenziose avanzate dal governo Hoxha in merito alla questione delle riparazioni di guerra. Al battaglione, unico caso nella storia a livello mondiale, fu concesso il rimpatrio con l’onore delle armi da parte delle autorità albanesi, pur avanzando fino all’ultimo istante la richiesta che quest’ultime restassero all’esercito albanese. Nel febbraio '45, liberata l'Albania dai propri nemici, il Battaglione si trasformò in brigata accogliendo i partigiani italiani dislocati presso le brigate albanesi dell'ELNA ( Esercito di Liberazione Nazionale Albanese). La missione dell' On.Palermo sottosegretario alla guerra del governo italiano arrivò a Tirana nel marzo del'45 e sancì la ripresa dei rapporti diplomatici tra Italia ed Albania. La Divisione Gramsci rimpatriò in Italia con l'onore delle armi, ma una volta giunti a Brindisi furono trattati alla stregua di prigionieri di guerra e dimenticati dalle autorità italiane.
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