Riassunto analitico
L’obiettivo del mio elaborato è quello di analizzare il Vietnam quale economia emergente all’interno di un’area geografica, quella del continente asiatico, che entro il 2050 avrà raggiunto una quota di PIL globale tale da poterle conferire il ruolo di potenza economica egemone. Lo sorprendente sviluppo economico che l’Asia ha attuato negli ultimi decenni è ormai una conoscenza diffusa, ma spesso il termine Asia viene usato unicamente in riferimento a Cina e India. Vi sono però altri paesi emergenti che hanno iniziato ad aprirsi al mercato globale, la cui dinamicità e la cui spinta all’industrializzazione ne fanno un interessante caso di studio. Mi riferisco in particolare ai paesi del Sudest Asiatico, i cosiddetti paesi ASEAN. Il gruppo ASEAN è piuttosto eterogeneo, ma nonostante le differenze e le tensioni latenti, questi dieci paesi (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Tailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia) hanno deciso di riunirsi nell’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico, l’ASEAN appunto, un’organizzazione politica, economica e culturale con lo scopo di promuovere la cooperazione e l’assistenza reciproca tra i suoi membri, così da portare stabilità alla regione ed accelerare lo sviluppo economico. La formazione dell’Associazione porta benefici su due livelli: il primo livello riguarda le relazioni economiche tra i membri, mentre il secondo riguarda la possibilità del gruppo agire come attore di rilievo nel panorama geopolitico globale, e proporsi come partner alternativo ad altri paesi asiatici, ad esempio la Cina. Tra i paesi dell’area ASEAN ho deciso di focalizzarmi sul Vietnam, porta di accesso al mercato asiatico per le imprese che mirano a localizzare qui la propria produzione, per poi esportare nei paesi limitrofi, sfruttando i rapporti economici preferenziali. Il Vietnam, dopo la riforma economica del 1986, il Doi Moi, ha implementato importanti azioni per stimolare la crescita ed attrarre investimenti esteri. L’Europa, partner di punta per le esportazioni vietnamite, ha da subito sfruttato i vantaggi offerti da questo paese, progettando con esso accordi bilaterali per la formazione di un’area di libero scambio. All’interno di un contesto così potenzialmente favorevole, l’Italia sembra però non aver colto le opportunità a disposizione, a differenza di altri paesi come Germania, Spagna, Inghilterra, ma anche Olanda ed Est Europa. Forse per l’Italia, più che per altri paesi europei, il Vietnam rappresenta il partner ideale. Innanzitutto, il Vietnam ha una popolazione giovanissima e largamente alfabetizzata; questo significa che i vietnamiti sanno apprezzare la qualità del prodotto e, generalmente, preferiscono affrontare un costo maggiore pur di assicurarsi un bene di qualità. Come dimostra la presenza sul territorio di marchi storici italiani come Piaggio ed Ariston, il Vietnam ha da tempo dimostrato di apprezzare il Made in Italy. Inoltre la sua struttura produttiva, incentrata soprattutto su piccole e medie imprese, è del tutto simile a quella italiana. Il Vietnam è un paese in crescita, sia a livello demografico (si calcola che la popolazione arriverà a 120 milioni nel 2050), che in termini di reddito pro capite; considerato l’aumento sia del reddito medio che dell’urbanizzazione, la domanda interna del paese è in aumento, e il prodotto italiano troverebbe nel mercato vietnamita uno sbocco ideale. A questo proposito, il governo vietnamita si è attivato per attrarre sempre più investimenti diretti verso il suo paese, così da entrare in possesso sia della tecnologia e dei macchinari atti a sfruttare le risorse naturali di cui è ricco, che delle conoscenze e del know-how, fondamentali per la formazione del personale locale.
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Abstract
The purpose of my thesis is to examine the role of Vietnam as an emerging economy within the Asian continent, the region that will assume the role of world’s hegemonic economic power by 2050. The incredible process of growth that Asia experienced during the past decades is a widespread knowledge, but the term Asia is too often used solely with reference to China and India. However, other emerging countries have begun to open to the global market, with dynamism and an all-out push to industrialization. I am referring here to the Southeast Asian nations, the so-called ASEAN countries. The ASEAN group is rather heterogeneous, but despite the differences and the latent tensions between them, these ten countries (Indonesia, Malaysia, the Philippines, Singapore, Thailand, Vietnam, Cambodia, Brunei, Laos and Myanmar) decided to group together in the Association of Southeast Asian Nations. The ASEAN is a political, economic and cultural organization whose aim is to foster cooperation and reciprocal assistance between the members in order to stabilize the region and accelerate the economic development. The formation of the Association is advantageous on two levels at the same time: firstly, it brings benefits to the economic relations among the members and secondly, it strengthens the possibility for the group to play a stronger role on the international scene, presenting itself as an alternative partner compared to other Asian countries, for instance China.
I decided to focus on Vietnam, among the other ASEAN countries, as it represents now a gateway to the Asian market for all those enterprises which aim to localize there their production, and later export to the neighbouring countries, taking advantage of the preferential economic relations. Since the launch of its comprehensive renovation or “Doi Moi” in 1986, Vietnam has implemented important actions in order to stimulate growth and attract foreign investment. Europe has immediately seized the opportunities this country can offer, inasmuch as they are planning bilateral agreements for the creation of a free trade area. On the contrary, Italy has not yet taken advantage of such a favourable framework, differently to other European countries like Germany, Spain, Great Britain, but also The Netherlands and Eastern Europe.
Vietnam actually represents an ideal l partner for the Italian commerce. First of all, the population of Vietnam is very young and largely literate; that means that Vietnamese people is able to appreciate the quality of our products, and they generally prefer to pay more for high-quality commodities. For some time now, Vietnam has demonstrated close and continual attention to Made in Italy, as shown by the local presence of some of our flagship brand, as Piaggio and Ariston. Moreover, its production structure is altogether similar to the Italian one, since it is centered on small and medium enterprises. Vietnam is an ever-growing country, both in terms of its population (it is estimated to reach 120 million by 2050), and in terms of its per capita income. Considering the increase in the average income and in the level of industrialization, the domestic demand is progressively growing, so the Italian products would serve the Vietnamese market perfectly. In this connection, the Government of Vietnam has worked hardly on attracting more and more foreign direct investment towards its country, so as to accede to the technology and the machinery, which serve to exploit its abundant natural resources, and to the knowledge and the technical expertise, which form an essential instrument for the training of the local personnel.
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