Riassunto analitico
Gli investimenti diretti esteri svolgono un ruolo importante nella crescita economica del Paese. Negli ultimi anni, l’economia mondiale è stata caratterizzata da una crescita molto sostenuta dei flussi di IDE. La crisi finanziaria e la recessione economica hanno generato un ridimensionamento degli investimenti diretti esteri. In questo lavoro si cerca di capire le ragioni della scarsa attrattività dell’Italia rispetto agli altri Paesi Europei. Il tema è affrontato consultando pubblicazione scientifiche, alcuni studi empirici ed elaborando dati Istat, Ice ed Unctad. Il basso livello di IDE in Italia è influenzato sia da fattori istituzionali sia da quelli regionali. I primi riducono la competitività dell’Italia nei confronti non solo dei Paesi Europei avanzati, ma anche dei Paesi in via di sviluppo. I secondi, invece, determinano una distribuzione non uniforme degli investimenti nelle regioni italiane. Gli investitori esteri basano le loro scelte localizzative considerando un insieme di fattori. Nel caso dell’Italia si mette in evidenza l’inefficienza dell’apparato burocratico e del sistema legale, l’instabilità del sistema fiscale, la scarsa dotazione infrastrutturale in alcune zone e la diffusione della criminalità organizzata soprattutto nel Mezzogiorno. Altrettanto, un ruolo molto importante ha il vantaggio competitivo offerto, dalla capacità di innovazione tecnologica misurata in termini di numero di brevetti che nel caso dell'Italia è in continua diminuzione. Dopo aver trovato le determinanti principali della scarsa attrattività dell’Italia si propongono alcuni possibili interventi volti a migliorare lo scenario attuale e in particolare, appare necessaria una politica esplicita di attrazione di IDE e la definizione di un sistema di incentivazione di lungo periodo.
|