Riassunto analitico
Questo lavoro rappresenta un’analisi multidisciplinare della cooperazione civile–militare nel contesto della sociologia dei conflitti. Ripercorrendo storicamente il ricorso agli strumenti tipici delle scienze sociali in ambito militare, si mostra come queste discipline abbiano contribuito a modellare decisioni all'interno delle istituzioni militari dalla Grecia Classica, alla Seconda Guerra Mondiale, fino agli attuali nuovi scenari di guerra asimmetrica. Hanno ricevuto particolare attenzione i modelli di risposta alle esigenze umanitarie generate da nuove forme di conflitto emerse nel contesto del post-bipolarismo, analizzando i nuovi attori non statuali che in essi intervengono, dal terrorismo alle PMC (Private Military Companies), fino alle organizzazioni umanitarie. Si è analizzata altresì l’istituzione, in ambito NATO e ONU, della funzione di cooperazione civile-militare (CIMIC) come modello di risposta strategico e come strumento operativo. Ulteriormente, questa tesi di ricerca propone un’osservazione critica circa i fenomeni dell’overlapping nel contesto dell’intervento umanitario, ovvero delle sovrapposizioni di ruolo e degli sconfinamenti di ambito, e della mercificazione della guerra e della solidarietà. L’osservazione sociologica si pone nell’ambito del conflitto e rimanda alla prospettiva sistemica di Niklas Luhmann (1990) come riferimento teorico, mentre dal punto di vista metodologico la ricerca è di tipo qualitativo per quanto riguarda l’analisi trasversale di interviste semistrutturate sottoposte a personale che abbia avuto esperienze civili o militari nell’ambito della cooperazione internazionale. In Appendice si propone altresì l’analisi dei dati quantitativi secondari, relativi alle attività internazionali condotte della componente NATO CIMIC nazionale nel periodo 2015 – 2020 e dei relativi finanziamenti ed impiego di fondi. I risultati dimostrano, dal lato quantitativo, un costante impegno politico a sostenere la cooperazione tra civili e militari come strumento per la gestione dei conflitti; dal lato qualitativo evidenziando al contempo la necessità di una strategia integrata e cooperativa, al fine di ridurre le tensioni conflittuali che determinano un impatto negativo sulla qualità del soccorso reso a popolazioni vulnerabili.
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