Riassunto analitico
Questa tesi affronta il fenomeno della deumanizzazione attraverso studi di psicologia sociale. La deumanizzazione è un fenomeno psicologico di drammatica attualità che può avere risvolti anche molto gravi e portare a forme di violenza estrema, come genocidi, violenze di massa e oggettivazione. Gli psicologi sociali hanno studiato la deumanizzazione partendo dalle forme più estreme e violente a quelle più sottili, hanno cercato di definirne le caratteristiche e analizzarne le conseguenze. Nel primo capitolo, partendo dai costrutti della psicologia sociale di stereotipo e pregiudizio che influenzano gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone nei confronti degli altri gruppi, vengono esposte le principali teorie che spiegano l’origine delle discriminazioni e della deumanizzazione (la teoria realistica del conflitto, il pregiudizio moderno). Inoltre si espongono le principali caratteristiche della deumanizzazione (Haslam 2014), dell’infraumanizzazione (Leyens e co 2001) e le circostanze nelle quali esse si manifestano e le tendenze delle persone che le attuano. Studiare la deumanizzazione e i suoi meccanismi è importante per conoscere quali sono le situazioni e le condizioni nelle quali persone “normali” possono deumanizzare l’altro, al fine di prevenirla e limitarla. Nel secondo capitolo si ripercorre la storia dell’immigrazione in Italia dal dopoguerra ad oggi e si riportano le principali leggi che hanno cercato di regolamentare il fenomeno dell’immigrazione nel nostro paese. Emerge in maniera evidente quanto la condizione dell’immigrato sia cambiata nel corso del tempo e quanto quest’ultimo, soprattutto se irregolare, sia sottoposto a un processo di deumanizzazione sempre più accentuato. Nel terzo capitolo si espone l’ipotesi del contatto di Allport (1954), estesa e approfondita successivamente da Pettigrew (2008), e vengono riportati alcuni studi che dimostrano come il contatto ottimale sia una delle strategie più efficaci per ridurre il pregiudizio intergruppi, migliorare l’atteggiamento delle persone nei confronti dei gruppi esterni, quindi prevenire i conflitti. Nella società italiana, sempre più complessa, individualista e multiculturale, le strategie di riduzione del pregiudizio sono di primaria importanza. Infine, il quarto capitolo è dedicato a una ricerca sulla percezione che gli italiani hanno nei confronti di due gruppi di immigrati: africani e ucraini. La ricerca, svolta attraverso la somministrazione di un questionario, ha lo scopo di indagare l’attribuzione di umanità (nelle dimensioni di unicità umana e natura umana), l’atteggiamento, la motivazione all’emigrazione, la possibilità d’integrazione economica, il pregiudizio sottile, il sostegno al welfare e l’ansia intergruppi nei confronti di questi due gruppi etnici. Dalla ricerca emergono differenze nell’attribuzione di umanità nei confronti dei due gruppi etnici, nelle credenze sulla motivazione all’emigrazione, e nel sostegno al welfare. Dai risultati emerge che più le persone pensano che un gruppo etnico fugga dalla guerra, maggiore risulta l’attribuzione di umanità al gruppo, migliore è l’atteggiamento nei suoi riguardi e nel complesso sono più favorevoli al welfare nei suoi confronti. Emerge inoltre un’associazione tra l’ansia intergruppo e l’atteggiamento, l’attribuzione di umanità e il sostegno al welfare. Maggiore è l’ansia dichiarata nei confronti di un gruppo, minore risulta essere l’attribuzione d’umanità, peggiore l’atteggiamento e minore il sostegno al welfare nei confronti del gruppo.
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Abstract
This thesis addresses the phenomenon of dehumanization through social psychology studies. Dehumanization is a psychological phenomenon of dramatic relevance that can have very serious consequences, leading to extreme forms of violence, such as genocides, mass violence, and objectification. Social psychologists have studied dehumanization, starting from its most extreme and violent forms to its more subtle ones, seeking to define its characteristics and analyze its consequences. In the first chapter, starting from the social psychology constructs of stereotype and prejudice, which influence people's attitudes and behaviors toward other groups, the main theories explaining the origin of discrimination and dehumanization are presented (realistic conflict theory, modern prejudice). Furthermore, the main characteristics of dehumanization (Haslam 2014) and infrahumanization (Leyens et al. 2001) are outlined, along with the circumstances in which they manifest and the tendencies of the people who enact them. Studying dehumanization and its mechanisms is important to understand the situations and conditions under which "normal" people can dehumanize others, with the aim of preventing and limiting it. The second chapter traces the history of immigration in Italy from the post-war period to the present day and presents the main laws that have attempted to regulate the phenomenon of immigration in our country. It becomes evident how the condition of immigrants has changed over time, especially for irregular immigrants, who are subjected to an increasingly pronounced dehumanization process. In the third chapter, Allport's (1954) contact hypothesis, later extended and deepened by Pettigrew (2008), is presented, along with some studies that demonstrate how optimal contact is one of the most effective strategies to reduce intergroup prejudice, improve people's attitudes toward external groups, and thus prevent conflicts. In Italy’s increasingly complex, individualistic, and multicultural society, this is of primary importance. Finally, the fourth chapter is dedicated to research on the perception that Italians have of two immigrant groups: Africans and Ukrainians. The research, conducted through a questionnaire, aims to investigate the attribution of humanity (in the dimensions of human uniqueness and human nature), attitudes, motivations for migration, economic integration prospects, subtle prejudice, welfare support, and intergroup anxiety toward these two ethnic groups. The research shows differences in the attribution of humanity toward the two ethnic groups, beliefs about migration motivations, and welfare support. The results show that the more people think that an ethnic group is fleeing from war, the more humanity is attributed to that group, the more positive the attitude toward them, and the more favorable their welfare support. An association is also found between intergroup anxiety and attitude, attribution of humanity, and welfare support. The greater the declared anxiety toward a group, the lower the attribution of humanity, the worse the attitude, and the lesser the welfare support for that group.
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