Riassunto analitico
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (M.I.C.I.), tra cui il morbo di Crohn, rappresentano un disordine cronico ad eziologia non del tutto definita. Sono malattie particolarmente debilitanti e severe per la natura dei sintomi che le caratterizzano, per la compromissione della qualità di vita, per il decorso cronico e per il rischio; esse possono esordire ad ogni età anche se sono state identificate due fasce di età che presentano un maggior rischio: tra i quindici e i trenta anni e intorno ai sessanta anni. L’interesse per queste malattie è in notevole aumento poiché si assiste ad un incremento statisticamente significativo dell’incidenza di esse a livello mondiale; questo si verifica soprattutto in paesi a maggior sviluppo socio-economico, quali il Nord Europa e il Nord America, al contrario risulta essere molto rara in quelli in via di sviluppo. Al momento non esiste una terapia farmacologica definitiva e specifica per la malattia di Crohn che possa garantire una guarigione sicura, infatti il trattamento terapeutico che viene adottato è volto al controllo della sintomatologia, al raggiungimento di uno stato di remissione e al mantenimento di quest’ultimo per il maggior tempo possibile. Al fine di raggiungere questi obiettivi vengono utilizzati farmaci quali aminosalicilati, antibiotici, corticosteroidi e farmaci immunosoppressori; nuove prospettive si hanno inoltre dai farmaci biologici. Per il paziente affetto dal morbo di Crohn non è possibile sostituire la terapia farmacologica tradizionale, tuttavia la dieta e la fitoterapia possono essere di grande aiuto per potenziare al massimo l’attività dei medicinali, ridurne gli effetti collaterali e/o per diminuire la dose di farmaco. A tal proposito ho deciso di approfondire lo studio delle droghe vegetali per valutarne il reale impiego terapeutico nel MC. Nel mio lavoro di tesi ho ricercato piante officinali utilizzabili come aiuto per il paziente affetto dal morbo di Crohn, analizzando in particolare Cannabis sativa, Boswellia serrata, Artemisia absinthium, Pistacia lentiscus e Tripterygium wilfordii. La fitoterapia è diventata molto popolare tra i pazienti affetti dal morbo di Crohn e si stima che oltre il 50% di essi abbia utilizzato una qualche forma di trattamento terapeutico alternativo, anche se solo il 30-54% dei pazienti è solito rivelare questo uso al proprio medico, a causa delle preoccupazioni riguardanti il giudizio da parte di quest’ultimo. Tuttavia, una medicina naturale non è sinonimo di una terapia senza controindicazioni; insieme al medico, il farmacista gioca quindi un ruolo fondamentale nel counseling e nel consiglio del paziente per quanto riguarda eventuali effetti collaterali e possibili interazioni tra droghe, farmaci e cibo.
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