Riassunto analitico
In una nuova ottica di globalizzazione e in un contesto segnato dall’andamento negativo del mercato del lavoro italiano, molti soggetti altamente specializzati hanno preferito lasciare il nostro Paese per raggiungere Paesi esteri in cui, probabilmente, opportunità di carriera e retribuzioni sembrano essere più gratificanti. Consapevoli della perdita di talento e del danno che ciò potrebbe causare allo sviluppo e al progresso dell’Italia, negli anni, i governi italiani hanno adottato diverse misure agevolative per far fronte a questo fenomeno emigratorio con l’intento di attrarre risorse umane nel Paese. Il presente lavoro di tesi si pone l’obiettivo di analizzare i vari regimi fiscali agevolativi emanati a favore dei soggetti che hanno trasferito la loro residenza in Italia per svolgervi un’attività lavorativa. Prima di soffermarsi sull’ultimo degli interventi normativi in tal senso, introdotto dal cosiddetto Decreto Crescita del 2019, l’elaborato intende approfondire il regime rivolto ai docenti e ricercatori (Art. 44 del Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78), la legge 30 dicembre 2010, n. 238 dedicata ai “contro-esodati” e il regime dei “Lavoratori Impatriati” (Art.16 del Decreto Legislativo 14 Settembre 2015, N. 147), soffermandosi sui requisiti soggettivi che i beneficiari debbano possedere per poter fruire di tali incentivi, sulle misure e durate di tali agevolazioni e sulle eventuali modifiche che nel tempo sono state emanate, ultime tra le quali, quelle apportate dall’art.5 del D.l. 34/2019 che ha rivisto questi regimi “al fine di ampliarne l’ambito applicativo e di chiarire l’operatività dei requisiti richiesti ex lege per l’attribuzione dei relativi benefici fiscali”.
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