Riassunto analitico
L’elaborato si propone di indagare il tema delle relazioni di lavoro, da un punto di vista alternativo rispetto alle consuete analisi. Nello specifico, si vuole costruire un parallelismo tra processi di gestione dei beni comuni e processi di gestione delle relazioni di lavoro. Si approfondiscono, inoltre, le determinanti che consentono di definire un’entità materiale o immateriale un “bene comune”, ponendosi la domanda se si possa parlare di bene comune anche in riferimento all’entità “lavoro”. Nel primo capitolo, dunque, si tratta la teoria economica dei beni comuni dando risalto all’aspetto dei processi di gestione, nella misura in cui ciò permette di esplorare la tematica spingendosi oltre i confini tradizionali della teoria economica. Questo spiega la scelta dell’argomento dei beni comuni. Infatti, la ricerca in questo campo ha dato vita ad un’elaborazione teorica di spessore, che si è dovuta necessariamente far carico della particolare prospettiva in cui la questione si poneva, richiedendo una trattazione che, per essere efficace e sortire soluzioni fattibili, ha dovuto rompere i tradizionali schemi della teoria economica e dell’analisi economica del diritto. Saper affrontare con consapevolezza e realismo le sfide che il presente ci pone, vedendo un futuro sempre più incerto e carico di preoccupazione, richiede inevitabilmente un’ampia gamma di strumenti che, per ovvi motivi, non possono esistere all’interno di un unico paradigma di ricerca. Nel secondo capitolo, si presenta una rassegna della concezione del lavoro. Dapprima dal punto di vista della teoria economica, secondo i modelli neoclassici che guidano le scelte di politica economica e di politiche del lavoro, affiancandoli a visioni alternative che possono ampliare la gamma di soluzioni a disposizione. In un secondo momento, dal punto di vista della disciplina giuridica, nell’ambito degli strumenti che il corso di laurea magistrale in Relazioni di Lavoro frequentato mi ha fornito. Nel terzo capitolo, si approfondisce il tema della flessibilità, indagandone il significato. Successivamente, si passa all’analisi della flessibilità applicata alla regolamentazione giuridica del lavoro, discutendo gli effetti dell’ultima riforma del lavoro. Alla luce delle considerazioni riguardo i reali riscontri sul mercato del lavoro del riformismo degli ultimi decenni, si propone l’adozione del punto di vista del “processo” nell’analisi della relazioni di lavoro, passando ad una visione più ampia di “beni comuni”, nel quale far rientrare il lavoro, nella sua interezza o in riferimento soltanto ad alcune delle sue componenti.
L’abbattimento dei confini disciplinari da un lato e la lungimiranza nel superare leggi economiche apparentemente ineluttabili dall’altro (tradizionalmente imposte come ineluttabili) consentono di guardare anche al tema delle relazioni di lavoro da una prospettiva insolita, che consente di estendere gli orizzonti e rispondere con maggiore efficacia a problematiche di esclusione sociale e disuguaglianza che continuano a rimanere irrisolte.
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