Riassunto analitico
Professore di linguistica all’università Paris VIII, poeta, traduttore e saggista, Henri Meschonnic è definito da Emilio Mattioli nella sua introduzione all’edizione italiana di Un colpo di Bibbia nella filosofia (2005) “uno dei critici più implacabili della cultura contemporanea”. Meschonnic ha dato vita ad un’opera che conta centinaia di titoli ed è segnata da un impegno etico impressionante e coinvolgente, testimoniato dalla sua coerenza metodologica e concettuale. Per questo è considerato essere “uno degli esponenti di spicco del pensiero francese attuale” e la scarsa conoscenza del suo apporto critico nel dibattito letterario nell’Accademia italiana è denunciata da Mattioli. Assenza che è confermata dalla mancanza di traduzioni delle sue pubblicazioni più importanti. Meschonnic parte dall’esperienza della traduzione della Bibbia, che come la poesia moderna non conosce una distinzione rigidamente formale tra prosa e verso, e rilegge in una prospettiva tesa allo studio letterario la linguistica della prima metà del Novecento, in particolare quella di Saussure e di Benveniste. Da questa base linguistica elabora una teoria poetica e della traduzione originale e avvincente, critica dello strutturalismo, della semiotica e del formalismo, ma anche capace di interrogare il postmoderno, il postcoloniale, il decostruzionismo e le teorie letterarie oggi in ascesa come la teoria queer negli Stati Uniti o “l’heideggerismo dilagante nella cultura francese del dopoguerra e oltre”. Il presente lavoro ha soprattutto una valenza espositiva ed esplicativa della teoria della traduzione di Meschonnic. Tenta inoltre di mettere in evidenza la forza di una ricerca in cui esplicitamente si cerca di riconciliare l’unità aristotelica tra poetica, etica e politica che l’ermeneutica moderna avrebbe scomposto. Questo lavoro teorico è inscindibile dalla pratica della traduzione della Bibbia che accompagna Meschonnic lungo tutto il corso della sua vita. Il primo capitolo espone i concetti linguistici fondamentali che hanno influenzato lo sviluppo della teoria del linguaggio di Meschonnic, che servirà come base per la costruzione di una critica “materialista”, “empirica”, della letteratura e della scrittura. Il capitolo 2 espone i concetti salienti della sua teoria poetica, intesa come studio della letterarietà, cioè come ricerca della specificità del testo letterario tra le varie pratiche del linguaggio. Studio che si concentra soprattutto sulla ricerca e definizione del “soggetto della poesia”, che è un’ipotetica soluzione alla domanda “che cos’è un testo letterario?” Il capitolo 3 presenta la “teoria del ritmo” di Meschonnic: un metodo d’analisi dei testi che mira soprattutto all’ “oralizzazione” della lettura, e che servirà come base metodologica per la messa in pratica della sua teoria della traduzione che è descritta nel Capitolo 4. Il quinto Capitolo analizza la sua pratica della traduzione prendendo in esame il suo lavoro sul libro dei Salmi.
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Abstract
Professor of linguistics at Paris VIII, poet, translator and essayist, Henri Meschonnic was “one of the most implacable critics of the contemporary culture”, as Emilio Mattioli says in his introduction to the Italian version of Un Coup de Bible dans la Philosophie (2005). Meschonnic realized a vast work that counts more than hundred titles, marked by an impressive ethical endeavor, sign of his methodological and conceptual coherence. This is why he is said “one of the leading figures of the contemporary French thought”, and the lack of interest in his criticism within the Italian Academia is denounced by Mattioli. The paucity of translations of his most important publications confirms this view. Meschonnic’s intellectual journey started from his experience of translation of the Bible that, as modern poetry, does not know the purely formal difference between prose and verse. And, at the same time, he reread the linguistic theories of the first half of the XX Century, in particular those of Saussure and Benveniste, from a literary perspective. From this linguistic base, he developed an original and engaging theory of poetics and translation, which is also a criticism of structuralism, semiotics and formalism. But, simultaneously, it is also a critical attitude through which we may question the present status of postmodernism, postcolonialism, deconstructionism, and the contemporary rising theories such as the queer theory in the United States or “the widespread Heidegger’s influence in post-world-war II and today French culture”. The main interest of this thesis is to expose and explicit Meschonnic’s translation theory. But also to highlight the force of his research, which explicitly tries to reconcile the Aristotelian unity among poetics, ethics and politics that the modern hermeneutics has divided. Such theoretical effort cannot be separated from the practice of the translation of the Bible, which Meschonnic carried out all along his life. The first chapter exposes the fundamental linguistic concepts that affected the development of his theory of language, which would be the base for the construction of a “materialistic”, “empirical” theory of reading and writing. Chapter 2 shows the salient points of his poetics, that is to say the study of what is literariness. He explored the specificity of literary texts among the different practices of language, and defined the “subject of poetry” that is a hypothetical solution to the question “what is a literary text?” Chapter 3 presents his “theory of rhythm: a method of analysis that aims to show the “orality” of reading. It is the methodological base for the practice of his theory of translation, described in Chapter 4. Chapter 5 analyses his translation of the book of Psalms.
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