Riassunto analitico
Il rapporto tra lingua italiana e prestiti lessicali è un tema che interessa gli studi di linguistica italiana da anni. In una società globalizzata come quella contemporanea gli influssi linguistici sono più vivi che mai e in particolare l’inglese è la lingua che più “si intreccia” con il tessuto linguistico italiano. Lo scopo del presente elaborato è di approfondire il rapporto che oggi si instaura tra lingua italiana e prestiti, in particolare anglicismi: nello specifico, viene presa in esame la presenza dei forestierismi (soprattutto anglicismi) nella stampa quotidiana italiana, che – insieme ad altri mezzi di comunicazione di massa come radio, televisione e Internet – rappresenta uno dei canali più importanti per la diffusione di prestiti e talvolta anche di neologismi nella lingua comune. L’analisi si basa sullo spoglio di articoli appartenenti a specifiche categorie (come esteri, cronaca, cultura) di tre testate nazionali – Libero, Corriere della Sera e il manifesto – nel periodo che va dal novembre 2024 al febbraio 2025. Per ogni quotidiano sono stati individuati novanta articoli in totale, trenta per mese, creando un corpus che per dimensioni non può essere rappresentativo dal punto di vista quantitativo ma che permette tuttavia di effettuare una ricerca di tipo qualitativo. Una volta raccolto il corpus, l’analisi linguistica si concentra sugli anglicismi, a partire dal dato quantitativo. Un primo risultato è che i prestiti dall’inglese ricorrono mediamente 1,25 volte ogni 100 parole italiane, a seconda della testata e della categoria. Altro intento è comprendere se a testate di orientamenti politici diversi corrisponda un uso maggiore o minore di anglicismi, non trovando però alcuna correlazione: è il manifesto ad abbassare la media con un anglicismo ogni cento, mentre il Corriere della Sera controbilancia con quasi 1,5 anglicismi ogni 100 parole. Confrontando i dati di qualche anno fa (cfr. studio di Ferrari 2017), nel tempo la presenza di anglicismi nel Corriere della Sera è aumentata mediamente di almeno il 60%. Infine, l’analisi di alcune forme linguistiche specifiche, incrociata con ricerche su testate online, apre la strada per ulteriori approfondimenti.
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