Riassunto analitico
L’esistenzialismo è un insieme di filosofie che hanno in comune come strumento di ricerca filosofica l’analisi dell’esistenza, intesa come il modo d’essere dell’uomo, che esiste nel mondo sempre in una situazione analizzabile in termini di rapporto tra soggetto e oggetto, e in ultima analisi, in Sartre, in termini di possibilità. Fondamentale per l’esistenzialismo è la tematizzazione che fa Kierkegaard della possibilità, radice dell’angoscia: un punto come si vedrà fortemente ripreso da Sartre. Anticipando di molto l’esistenzialismo, questo filosofo precorritore dei tempi, insistette non solo sulla centralità della categoria del possibile, ma anche sulla sua relazione con il nulla, in quanto è proprio l’idea del possibile a rendere problematici e fondamentalmente negativi sia i rapporti dell’uomo col mondo sia con sé stesso, sia con Dio. Difatti, i rapporti dell’uomo col mondo sono dominati, secondo Kierkegaard, dall’angoscia, la quale fa sentire all’uomo come il possibile roda o distrugga ogni aspettativa o capacità umana e come sconfigga ogni calcolo ed accortezza col gioco del caso e delle possibilità insospettate. Vi è però anche un’altra idea di fondo sartriana che rientra nel discorso sulla libertà, ed è quella secondo cui nell’uomo, e solamente nell’uomo, l’esistenza precede l’essenza. L’implicazione fondamentale in questo ragionamento è che in questo modo la presenza nel mondo di qualsiasi oggetto è determinata da un’idea che esisteva prima di esso, e che ne ha permesso la produzione; in altri termini, dall’immagine di quell’oggetto che stava nella mente dell’artigiano, in base alla quale egli ha fabbricato l’oggetto. L’essere di un oggetto coincide con la sua finalità ed è il suo senso ultimo, che è quello, appunto, di essere. Tutto ciò significa che la sua essenza, come quella di tutte le altre cose, è determinata. L’aspetto morale che emerge dalle opere di Sartre è evidente, una volta accettata la sua impostazione ontologica della libertà, che è conseguenza di tutta la sua elaborazione. Il tema della morale emerge già con evidenza in L’essere e il nulla. Il fatto che l’uomo sia totalmente libero gli impone la responsabilità di costruire continuamente il futuro, quello personale ma anche quello di tutta l’umanità, perché le scelte di ciascuno si riflettono su tutti, nella rete dinamica che investe la totalità del mondo, data la natura continuamente sporta “oltre” del per sé. L’angoscia per Sartre è l'autopercezione riflessiva della libertà, in questo senso è mediazione, perché, sebbene coscienza immediata di sé, nasce dalla negazione dei richiami del mondo, appare quando mi svincolo dal mondo in cui ero impegnato per apprendere me stesso come coscienza che possiede una comprensione preontologica della sua essenza ed un senso pregiudiziale dei suoi possibili. Essa è anche legata al tema dilemmatico della scelta e all’assunzione di responsabilità. Questa grande responsabilità che spinge l’uomo a mentire a se stesso, quindi, a cadere in malafede nella speranza di mascherare la verità e riuscire a fuggire dall’angoscia. L’angoscia quindi è connessa all’apertura sulle possibilità e con la libertà che è sempre una condanna, ma è qui chiamata ad entrare in atto attraverso le scelte. Non a caso la condizione di angoscia corrisponde alla fine del romanzo al raggiungimento della comprensione dell’esistenza. La nausea si relaziona invece con l’impossibilità dell’esistenza. La percezione esistenziale della nostra fatticità è la Nausea, e l’apprensione esistenziale della nostra libertà, l’Angoscia. Mentre l’angoscia mette a confronto l’individuo con la propria libertà, la nausea non rivela nulla dell’esistenza, non rivela la responsabilità delle scelte, e, in sostanza, si lega all’assenza di libertà.
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