Riassunto analitico
La Carica papaya è un albero appartenente alla famiglia delle Caricaceae, tipico delle zone tropicali del mondo, da Panama, alle Filippine passando per l’Africa tropicale. Da sempre la pianta viene consumata dai locali, che sia per i suoi frutti, ricchi di potere nutritivo e saziante, o per altre sue parti come foglie, semi o ricorrendo alla preparazione di estratti, confermando l’uso popolare e antico della papaia. Tale uso non è solo derivante dalle tradizioni, ma è anche confermato da studi in campo medico che convalidano una applicazione della pianta in ambito salutistico. Infatti, alla papaia sono stati attribuiti numerosi benefici, quali: essere un agente antielmintico, antifungino, agente abortivo, ipoglicemizzante, proteolitico, antiossidante ed antinfiammatorio. I suddetti effetti della papaia sono dovuti a una ricca composizione in termini di sostanze fitochimiche, tra cui ricordiamo alcaloidi come la carpaina, o flavonoidi come kampferolo, quercitina, acido caffeico, ma anche vitamine e Sali minerali. Questo è il punto di partenza che ha destato l’interesse nella papaia, permettendo di arrivare ad una novità nel campo dell’integrazione: la papaia fermentata. Essa è ricavata da una fermentazione particolare, messa a punto da Montagnier. Il processo prevede il trattamento dei frutti, scorza, semi con lieviti per la durata di cento giorni. La componente solida viene eliminata lasciando la parte liquida che viene essiccata e liofilizzata, ciò che si ottiene è l’estratto di papaia fermentata. È proprio tramite la fermentazione che possiamo giustificare il motivo della attività potenziata della papaia, quello che accade è la trasformazione dei polifenoli in composti a basso peso molecolare, consentendo così di potenziare le già ben note attività benefiche della pianta. Nello svolgimento della ricerca, il punto focale sarà su questa sostanza, sugli utilizzi, le potenzialità dimostrate e gli studi che le confermano. Infatti, tra i numerosi integratori, spicca per le proprietà antiossidanti che permettono la protezione delle cellule dell’organismo nei confronti dei danni ossidativi e la prevenzione dello squilibrio che si può manifestare quando la produzione di radicali liberi non è bilanciata dai normali meccanismi di difesa che il corpo mette in atto. Collegato a ciò, vi sono le sue potenzialità antitumorali e preventive dell’invecchiamento cellulare, compreso quello delle cellule nervose che porterebbe a una tendenza alla neuro degenerazione e, di conseguenza, alla comparsa di malattie ad essa correlate. Infine, mostra attività ipoglicemizzante, antinfiammatoria, immunostimolante avvalorate da studi recenti che ne convalidano le qualità nel campo dell’integrazione, potendo rappresentare un alleato per la salute del corpo.
|